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Qualche anno fa le reti Mediaset hanno trasmesso il primo reality interamente dedicato al calcio. Protagonista di quell’esperimento è stato anche un ex calciatore del Lecce. Cristian Arrieta, infatti, dopo aver giocato nel Cervia di Ciccio Graziani e dimostrato il suo valore, ha avuto anche un’opportunità nel Salento, sebbene la sua esperienza qui non sia stata indimenticabile, con 7 presenze ed un’ammonizione ottenuta in Serie B nella stagione 2006/2007. Il duttile difensore, poteva svolgere sia il ruolo di centrale che di terzino, ha sempre dichiarato di essere molto legato ai colori giallorossi, anche perché sua madre aveva origini salentine. Quell’annata vissuta con addosso la nostra maglia, quindi, ha rappresentato per Cristian un sogno realizzato, dopo anni di sacrifici nelle categorie inferiori. In realtà dopo la breve esperienza in maglia giallorossa, Arrieta si è trasferito negli Stati Uniti, giocando in MLS ed arrivando anche a vestire la maglia della Nazionale di Puerto Rico. Adesso, però, il classe ’79 ha appeso gli scarpini al chiodo e, seppur alleni alla GPS Academy, che peraltro è affiliata al Bayern Monaco, e l'Abbey Villa Soccer Club, ora il suo lavoro principale è quello di corriere e supervisore in una importante società di trasporto spedizioni, la UPS. Arrieta ha scelto questo lavoro perché così può permettersi l’assicurazione sanitaria per tutta la famiglia ed avere una garanzia economica, che il calcio, invece, non poteva assicurargli. In un’intervista di pochi mesi fa a TuttoMercatoWeb, Arrieta ha anche raccontato le esperienze vissute con il Lecce di Zeman e prima e Papadopulo poi, con il Cervia ed infine negli Stati Uniti: “A un certo punto i vip eravamo noi e non i nostri avversari di Serie A. Ricordo che dopo una partita contro il Milan, la gente fuori era impazzita. In un mondo normale credi che volessero fermare i giocatori rossoneri e parliamo di un grande Milan: Shevchenko, Maldini, Costacurta. No, fermavano noi del Cervia. Preferivano fare una foto con me piuttosto che con Paolo Maldini e non capivo come fosse possibile. A livello professionale mi ha danneggiato tantissimo. Appena spenti i riflettori del reality ho avuto una serie enorme di problemi, nonostante io prima del Cervia avessi giocato già per anni fra i professionisti. Al Lecco nonostante i problemi ho fatto bene, tanto da risultare il miglior giocatore della stagione e guadagnarmi il contratto con i salentini. Un gran salto in avanti: piazza importante e un allenatore come Zeman. Lui però non mi vede proprio. Ha le sue idee e anche se ha una rosa di 22 giocatore ne fa giocare 13-14 al massimo. Non vede oltre a quello che ha deciso. E difatti per fare il mio esordio devo aspettare il suo esonero. Stavo perdendo la fiducia in me stesso. Non importava quanto potessi impegnarmi, non avrei mai avuto una possibilità. Per fortuna è subentrato Giuseppe Papadopulo che mi cambiò la vita. Dopo l’esperienza in Salento, sono andato negli Stati Uniti da mio cugino. Da lì sono finito a Puerto Rico e mi sono ritrovato in USL a giocare per il Puerto Rico Islanders. Esperienza fantastica, dove pur facendo il centrale di difesa segnavo con grande frequenza. Alla fine sono stato eletto miglior giocatore della Lega. È stato il mio lasciapassare per la MLS: ho firmato per il Philadelphia e ho trovato l'America, in tutti i sensi. Perché ho realizzato il sogno che non avrei potuto realizzare in Italia”. Nella sua esperienza negli Stati Uniti, Arrieta ha potuto disputare le qualificazioni per i Mondiali, la CONCACAF Champions League ed anche giocare un’amichevole contro la Spagna, marcando giocatori del calibro di Fernando Torres e Andres Iniesta. In Italia, oltre al Lecce, Cristian segue con interesse l’Inter. Il sogno sarebbe quello di tornare nel Bel Paese e trovare un impiego nel mondo del calcio, anche se solo negli Stati Uniti ha trovato qualcuno che credesse davvero in lui.
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