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Valeri Bojinov, doppio ex dell’incontro Lecce-Fiorentina, è stato intervistato da GianlucaDiMarzio.com ed ha parlato del suo passato, del suo legame con Pantaleo Corvino ma anche del suo futuro. 

CORVINO 

“Corvino è unico. Ti parlo non solo dal punto di vista tecnico, ma anche e soprattutto da quello umano: per me è stato come un padre, andavo da lui a mangiare tutte le domeniche, mi dava consigli su tutto. Gli devo tantissimo. È un fuoriclasse nello scouting e nella gestione dei rapporti umani. Hai presente Messi? Ecco è uguale”. 

LECCE 

“Per me il Salento vuol dire casa. Seguo sempre il Lecce e spero possa costruire un ciclo importante e restare a lungo in A. Sono arrivato in Italia dalla Bulgaria che avevo 15 anni. Poi ho avuto la fortuna di giocare in altre grandi squadre, come la Fiorentina e la Juventus”.  

PRESENTE E PASSATO 

“Non voglio smettere, ho cambiato squadra per ritrovare gol e serenità. In vent’anni di carriera tante cose possono cambiare, molte altre vorresti tu che fossero andate in un altro modo. Ma che senso ha vivere di rimpianti? Bisogna guardare sempre avanti. Poi ho giocato con grandissimi campioni, non posso di certo lamentarmi. Sono talmente tanti che non riesco neanche a farti dei nomi. Tevez era fuori dal comune, credimi. Ogni tanto faceva delle cose che dicevi ‘ma come ha fatto?’. Poi in quel Manchester City c’era anche Robinho, con quelle finte e quei doppi passi era unico. Ma ce ne sarebbero troppi di grandi giocatori. Nello spogliatoio della Juve dove ti giravi ti giravi c’era un campione. Buffon, Nedved, Camoranesi, Del Piero, Trezeguet. Capisci che davanti era difficile trovare spazio…” 

VLAHOVIC 

“Io giocavo al Partizan e di calciatori forti da noi ne passavano parecchi. Ma Dusan non aveva ancora compiuto 16 anni ma aveva già un qualcosa di diverso, mi sembrava di rivedere me a quell’età. Consapevolezza dei propri mezzi e voglia di arrivare in alto. Mi diceva “Sarò l’Ibrahimovic dei Balcani”. Una voglia di spaccare il mondo mai vista, era pazzo. Pensava solo al campo, si allenava con un’intensità e una dedizione non comuni per la sua età. Così un giorno squilla il telefono. "Come sono questi due, li prendo?”. Dall’altra parte della cornetta c’era Pantaleo Corvino. Gli dissi di prenderli assolutamente e che tra due o tre anni avrebbero triplicato il loro valore. Dusan aveva una voglia matta di arrivare e oggi ha le qualità per diventare uno dei più forti al mondo, Nikola in Serie A è migliorato tantissimo, ha mezzi tecnici e fisici incredibili”. 

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