Sartu Minzippa: svelato il significato dell'espressione di Corvino
A Telerama, il direttore dell'area tecnica giallorossa rivelato il significato dell'espressione dialettale
Un giocatore come Rebic, come attaccante centrale, non è arrivato così per caso. Perchè Rebic è un giocatore importante, come lo era Umtiti. E per portarli a Lecce devi avere procuratori o amicizie che non si chiamano Sartu Minzippa.
Così, con questa frase detta nella conferenza stampa del 3 settembre, si dava inizio al mistero celato dietro all'espressione Sartu Minzippa. Un'espressione che in poco tempo ha preso piede sui social, diventando un “meme” e generando curiosità.
C'è chi ha anche provato ad indovinare quale fosse il reale significato della parole, e c'è anche chi ha indovinato. Ma la conferma l'ha data lo stesso Pantaleo Corvino nella puntata odierna di Piazza Giallorossa, su Telerama e lo fa ovviamente a modo suo.
Il racconto di Corvino
Quello che racconta il direttore vernolese è uno spaccato della vita e della cultura salentina che forse, in parte, è andata perduta, ma che ritorna a galla proprio con questi bellissimi aneddoti.
L'immersione nei ricordi del direttore Corvino ci porta a capire subito come deve essere usata questa espressione, il tutto rigorosamente in dialetto salentino, per rendere bene l'idea:
Ricordando di quando mio nonno e mio padre mi dicevano "me pari nu Sartu Minzippa", “Ce te la faci cu lu Sartu Minzippa?”, “Sta dienti comu nu Sartu Minzippa?", io alla fino capivo cosa volessero dire.
Poi spiega il significato, dicendo che “In parole povere era la persona che non si elevava. Che si elevava di meno degli altri. Per cui quando ti chiamavano Sartu Minzippa eri quiddhu ca alia de menu”.
..colui che faceva “li turcinieddhri”
Ma non è finita qui, perché il direttore ci spiega da dove deriva la parola Sartu Minzippa completando l'intera storia celata dietro a questa espressione:
Una volta c'erano le botteghe. C'era chi faceva il falegname, chi faceva il sarto, il calzolaio. Il Sartu Minzippa era colui che non faceva niente. Prendeva le budella del vitellino o dell'agnello e faceva “li turcinieddhri”. Per cui sarto, perché arrotolava le viscere facendole così bene che sembrava le avesse fatte un sarto. La parola Sartu Minzippa deriva da colui che faceva i turcinieddhri e quindi un lavoro meno nobile.