Ecco Ylber Ramadani: cuore, polmoni e tanta determinazione al servizio di D'Aversa (2/2)
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Naturalmente, l’acquisto di Ramadani porta i più a pensare che il suo arrivo segni il passaggio di testimone con Morten Hjulmand. Posto il fatto che, come già spiegato svariate volte su questa piattaforma, la trattativa per il mediano albanese è stata portata avanti indipendentemente da una possibile cessione del centrocampista danese, abbiamo voluto comunque utilizzare Football Manager 2023 anche per effettuare una comparazione dei valori dei due calciatori per capire cosa poterci aspettare dall’uno in relazione alle caratteristiche proprie dell’altro: ebbene, il capitano dei giallorossi è senza dubbio superiore sotto la maggior parte degli aspetti tecnici e fisici analizzati, ma l’incontrista ex Aberdeen sembra essergli superiore in quanto ad efficacia sui contrasti, sui tiri da lontano, in aggressività, in carisma, sotto il profilo mentale, in forza e in resistenza. Morten ‘batte’ Ylber 22 a 11, è vero, ma si tratta solo di mere indicazioni previsionali: sarà il campo a determinare le eventuali discrepanze fra i due.
Per capire meglio che tipo di calciatore è Ylber Ramadani abbiamo scambiato le nostre impressioni su di lui con Enrico, l’admin dell’account social Il Calcio Scozzese e profondo conoscitore del football della terra del kilt. Secondo l’esperto, ‘Ramadani è un centrocampista molto, molto strutturato e molto duttile. E’ stato scovato dall’Aberdeen nel campionato ungherese e ha avuto un impatto molto buono su quello scozzese. Tecnicamente non è male. E’ soprattutto un centrocampista fisico. Rispetto a Hjulmand, Ramadani non è così bravo come regista, ma può tranquillamente fare il centrale in un centrocampo a tre. Ha un gran ritmo di gioco. L’unico neo della sua presenza al Lecce potrebbe essere costituito dalla mancanza di esperienza a questi livelli, dato che il campionato scozzese non è ai livelli di quello italiano e che è sì un nazionale, ma di una selezione non di primissima fascia. Gioca senza paura e senza timori reverenziali e lo ha ampiamente dimostrato nelle partite contro i Rangers e contro il Celtic, ovvero il gotha del calcio scozzese. Ha carattere, ma deve crescere sotto il profilo della qualità. Per me, è ai livelli di Blin’.
Su Ramadani è arrivata anche la comparazione fra i suoi valori e il suo modo di giocare e quelli di giocatori a lui simili che hanno calcato i campi della Serie A negli ultimi 5 anni. A crearla è stato Matthias, un data analyst appassionato di calcio italiano, danese e brasiliano, il quale ha rielaborato alcune statistiche di Wyscout per creare un database rappresentativo degli stili di gioco, le ha normalizzate, le ha rapportate in una matrice di similarità e le ha inserite in un algoritmo di riduzione della dimensionalità (tipo principal components analysis) per individuare delle variabili latenti come combinazioni delle variabili iniziali, analizzando le correlazioni tra esse. Ebbene, da questo studio è emerso che quello che possiamo aspettarci da Ramadani è in linea con le performance – fra gli altri - di Ilic del Verona del 2021, Ekdal della Sampdoria del 2020 e Madragora del Torino del 2021. Nella lista comparativa fa capolino anche Alexis Blin.
Un parere importante su Ramadani è stato rilasciato da Giovanni Costantino, come detto in precedenza il suo ex allenatore all’MTK Budapest. Secondo il coach siciliano, che ha ‘sentito Ylber in questi giorni, lui voleva a tutti i costi giocare per i giallorossi, era la sua prima scelta. Ha grande dinamismo e aggressività: si tratta del classico centrocampista che consegna equilibrio alla squadra. Un ragazzo straordinario, sotto l'aspetto umano è fantastico. Ha una mentalità importante, conosce benissimo le lingue (tra cui l'italiano). Lavoratori come lui difficilmente se ne trovano in giro. Quando è arrivato in Ungheria, Ylber veniva dal campionato danese, ad un livello superiore rispetto a quello ungherese. Io avevo bisogno di un calciatore con quelle caratteristiche, per cui chiamai il ragazzo: “Se vieni da me puoi fare il salto di qualità”. Lui non ha esitato un attimo ad accettare la proposta e si è messo subito a disposizione. Un calciatore che arriva da un campionato superiore e si rende così disponibile vuol dire che ha la mentalità giusta. Addirittura dopo gli allenamenti rimaneva sempre in campo per fare del lavoro extra. Voleva crescere come regista in mezzo al campo, si allenava spesso sui cambi di gioco e sulla tecnica individuale. Un lavoro che si è rivelato efficace perché all'MTK Budapest Ramadani è arrivato a realizzare circa 90 passaggi a partita. Analogie con Hjulmand? Conosco bene Morten, sono calciatori tecnicamente diversi. Ciò che li accomuna è il forte senso del lavoro e la mentalità. Ramadani è simile a Gattuso, siamo su quel modello lì: è un calciatore aggressivo e dinamico. Da lui non aspettiamoci gol o pericolosità nell'area avversaria, ma nell'interdizione e nel recupero palla non ha nulla da invidiare a nessuno. Rincorre gli avversari fino a morire. E’ un calciatore pronto per la Serie A, ma con ampi margini di miglioramento nei tempi di gioco. In Italia può crescere dal punto di vista della velocità di pensiero palla al piede. Ylber può giocare da regista, da mezzala e in un centrocampo a due, ha già fatto diversi passi avanti all'Aberdeen. Adesso però, in Serie A potrà raggiungere lo step successivo. Penso che sia un acquisto davvero intelligente per una squadra come il Lecce’.
Gayle Hope, redattore di HungarianFootball.com, ha descritto Ylber Ramadani come ‘un giocatore che lavora sodo, molto affidabile e molto costante, dà il 100% in ogni singola partita ed è altrettanto bravo come centrocampista centrale, il classico numero 6. È anche abile come numero 8, ovvero la mezzala box-to-box. E’ bravo a pressare, quindi direi che non è un giocatore spettacolare, ma molto concreto. Dal punto di vista del gol non è così prolifico, ma è evidente che potrebbe non essere timido se gli fosse data la possibilità di provare dalla distanza. A di là di questo, legge bene il gioco, è molto astuto e molto consapevole, sa dove sono i suoi compagni di squadra e come inserirsi in una squadra avversaria veloce e che pratica un pressing alto. Ha un ottimo cervello da calciatore’.
Da quello che abbiamo avuto modo di notare, osservandolo in vari match da lui disputati, possiamo dire che Ramadani è strutturalmente un calciatore molto forte, ma che dimostra di avere qualche lacuna nell’uno contro uno difensivo. Non è un fulmine di guerra, ma sopperisce a tale mancanza con spirito battagliero e feroce determinazione.
Una particolarità interessante circonda i contorni del trasferimento di Ramadani al Lecce: il nazionale albanese era stato tesserato dall’Aberdeen lo scorso anno con l’intento di sostituire un centrocampista titolare, ovvero Lewis Ferguson. E’ risaputo che la mezzala scozzese sia stata nelle mire di Corvino, salvo poi accasarsi al Bologna, declinando quindi le lusinghe del responsabile dell’area tecnica giallorossa. Adesso, è lo stesso Corvino a mettere sotto contratto il ‘sostituto’ naturale di quello che era un suo obiettivo. In qualche modo, è una sorta di ‘rivalsa sportiva’ volta a colmare il vuoto di un obiettivo di mercato sfumato prima della scorsa stagione, ora riempito a dovere.
Ma chi è, lontano dal rettangolo verde, Ylder Ramadani? E’ un ragazzo che ama il calcio alla follia, anche al punto di sfidare le difficoltà di un conflitto e il volere contrario di una famiglia che non navigava nell’oro: ‘Ho sempre voluto fare il calciatore, perché amo questo sport. Non so cosa succederà in futuro, ma rimarrò sempre nel calcio. Crescere è stato difficile, soprattutto dopo la guerra. È stato molto complicato per la mia famiglia, non avevamo molti soldi, ma abbiamo avviato una piccola impresa lavorando sodo’, rivela Ramadani. ‘Mio padre una volta mi ha detto: 'Non andrai a giocare a calcio, perché devi lavorare per mantenere la famiglia'. Quindi sono dovuto andare a farlo sotto copertura e in incognito. Non gli ho mai detto che avrei giocato. Poi, quando sono entrato in prima squadra, ho detto: 'Papà, sono diventato un calciatore professionista'. Se ricordo bene, non avevo ancora 16 anni e mio padre è venuto a trovarmi. Dopo la partita mi ha detto: 'Concentrati solo sul calcio e non toccare nient'altro'. È stato molto difficile in Kosovo, molto complicato per un giocatore albanese andare a giocare ad Aberdeen o in Europa, ma ho cercato di lavorare sodo per raggiungere questo obiettivo. Ciò che mi spinge ad andare avanti è la mia motivazione per la quale cerco sempre aiutare la famiglia. Sacrifico tutto per la mia famiglia, perché stare qui non è facile. Mi mancano i miei genitori, la mia famiglia, ma devi sacrificare tutto se vuoi ottenere qualcosa. Così è la vita. Lo sto facendo per loro. Il mio sogno è vincere trofei. Ho una famiglia, soprattutto mio padre, che mi danno fortunatamente supporto’. Ylber ha un enorme senso del valore della famiglia: è sposato con Dardana Hoxhaj e ha una figlia, Inaya. Inoltre, ha a cuore anche l’istruzione e l’importanza di studiare per incrementare il proprio livello di cultura, visto che tempo fa si è iscritto all’università e parla correntemente albanese, tedesco, inglese, danese, ungherese e italiano.
Che numero avrà Ramadani al Lecce? Dato che preferisce il numero 16 (come si può vedere sui suoi profili social) potrebbe essere proprio quello, con ogni eventualità, a fare capolino sulle spalle della sua maglia, sebbene in carriera abbia indossato anche il 20, il 6, il 17, il 21 e l’11.
Bisogna ammetterlo: sarà estremamente complicato per lui prendere il posto di Morten Hjulmand, con ogni probabilità destinato ad allontanarsi da Lecce a stretto giro. La difficoltà non sarà tanto nel sostituire il calciatore, ma l’uomo, diventato prima beniamino dei tifosi leccesi e poi capitano dei giallorossi. Però, si tratterà di uno stimolo positivo in più per Ylber, che ha sempre, costantemente e puntualmente dimostrato come la determinazione, lo spirito di sacrificio e l’impegno siano stati in grado di contrastare le prove che ha dovuto affrontare, sia in carriera sia nella vita. E’ pertanto perfettamente inutile fargli sentire la pressione addosso, quanto piuttosto bisognerà sostenerlo nel suo momento di adattamento al calcio italiano, perché siamo già sicuri che ci ripagherà con cuore e polmoni. E poi, c’è anche la sua caratura sportiva a fare da apripista: non dimentichiamoci che è un nazionale, che ha un’esperienza notevole in cascina e che è in una fase di crescita costante. Non vediamo l’ora che la parabola ascendente continui in Salento.
Mirësevini, Yilber!