Durante la puntata di PL Night Show è intervenuto Giovanni Barsotti, bordocampista di DAZN che ha parlato del momento del Lecce e della sfida contro il Como. Queste le sue parole:
La lotta salvezza vista dall'esterno
Premetto che mi interessa molto sapere come la città di Lecce stia vivendo questa situazione, perché ho un bellissimo legame con Lecce e con la sua tifoseria. Ricordo che nel 2019 realizzai un servizio in cui raccontai la trasferta dei tifosi leccesi in pullman fino a San Siro, in occasione della prima giornata di campionato contro l'Inter.
Da osservatore esterno, credo che alla fine il Lecce si salverà: a fine stagione venire a giocare a Lecce è complicato per tutti. Però, da giornalista, devo dire che in questo momento è la squadra che vedo più in difficoltà, anche più dell’Empoli.
Per quanto riguarda il Venezia, se avesse avuto Krstovic sarebbe già salvo: ha un’ottima struttura difensiva, un’identità ben precisa e, soprattutto, un entusiasmo incredibile, che nella lotta per la salvezza fa davvero la differenza. Secondo me conterà molto il fattore Via del Mare, ma secondo me è più in difficoltà dell'Empoli, perchè li ho visti giocare a Como e non mi sono dispiaciuti. In più hanno recuperato diversi giocatori importanti come Fazzini e Solbakken.
Per quanto riguarda il Parma, da quando è arrivato Chivu ha trovato la quadra: nonostante un calendario complicato, sta facendo punti contro tutti. A differenza del Venezia, riesce quasi sempre a trovare il gol, e ora che Chivu ha sistemato anche la fase difensiva, le cose stanno andando decisamente meglio.
Qualche giorno fa ho parlato con Chivu e l’ho trovato molto fiducioso: mi ha fatto capire chiaramente che la squadra lo segue. Secondo me, adesso la lotta salvezza è diventata una questione a tre, tra Lecce, Empoli e Venezia.
Le attese della tifoseria leccese
Io sono di Padova e posso dire che Lecce e Padova sono due città che si somigliano molto. Sono realtà medio-grandi e, come accade spesso in piazze di queste dimensioni, i tifosi si aspettano sempre qualcosa in più, mentre gli obiettivi societari tendono a essere più contenuti. Anche la stampa è più esigente, perché riflette le aspettative di una piazza che pretende.
L'esempio totalmente opposto è il Sassuolo, perchè è una realtà molto più piccola e le pressioni sono decisamente inferiori.
La partita contro il Como
Il Como è salvo, e anche Fàbregas domenica lo ha fatto intendere a chiare lettere. Adesso il loro obiettivo è il decimo posto, ma al di là di tutto giocheranno con più leggerezza. Quando affronti squadre che hanno a disposizione giocatori tecnici come Nico Paz, Caqueret e Da Cunha, e che soprattutto giocano senza pressioni, può diventare tutto più complicato. Diao, ad esempio, è molto ispirato e marcarlo diventa sempre più difficile.
Inoltre, hanno sbloccato due nuovi acquisti importanti: Douvikas, che è stato capocannoniere nel campionato olandese (dove giocava anche Gimenez, ora al Milan), e Ikoné, che era titolare nella Fiorentina. Detto questo, proprio perché il Como giocherà in modo più libero e senza pressioni, il Lecce in casa può fare punti. Se la squadra di Giampaolo imposterà la partita sul piano fisico, puntando sulla ferocia agonistica, può portare a casa un risultato positivo. Per me finirà 1-0 o 1-1.
Cosa può far tornare la ferocia agonistica mancata nelle ultime partite
Adesso sarà la pressione di ritrovarsi a ridosso della zona rossa a far tornare la ferocia agonistica nei calciatori. Nella lotta salvezza contano anche i punti conquistati durante tutto l’arco del campionato, e in questo il Lecce è avvantaggiato. Quando a gennaio ha ottenuto risultati importanti, come le vittorie contro Empoli e Parma, la situazione era più tranquilla. Ma ora che la zona retrocessione si è di nuovo avvicinata, è tornata anche la paura. A dare una spinta, però, ci penserà anche il calore del Via del Mare, che può riaccendere quella cattiveria agonistica che in certi momenti è mancata.
Il mancato rimpiazzo di Dorgu
Ovviamente, col senno di poi, è facile dire che Dorgu doveva essere sostituito adeguatamente. Personalmente, lo avrei ceduto comunque, ma credo che la realtà sia un’altra: lo hai venduto a due giorni dalla chiusura del mercato e non hai voluto rischiare di reinvestire quei soldi in modo affrettato e magari sbagliato. Alla fine, Corvino ha sempre pescato giocatori sconosciuti ai più. Quando il Lecce vinse a Parma non mi dava affatto l’impressione di essere una squadra in difficoltà. Adesso, invece, la situazione è cambiata: il trend è negativo, e se fossi un tifoso del Lecce, il Venezia mi preoccuperebbe molto di più dell'Empoli.
Il paragone tra Piccoli e Hubner
In quell’occasione nominai Piccoli semplicemente perché fu il primo nome che mi venne in mente, ma in realtà avrei potuto citare qualsiasi attaccante che gioca in una squadra medio-piccola.
Abbiamo sempre la tendenza a mitizzare i giocatori del passato, ma se guardiamo ai numeri, ad esempio, Hubner ha giocato per dieci anni in squadre di medio-bassa classifica in Serie A, e alla fine ha segnato 74 gol. Un numero che, se Piccoli dovesse giocare con continuità in A, lo supererebbe.
Semplicemente perché il vero valore di un attaccante lo vedi davvero intorno ai 27-28 anni, quando raggiunge la maturità calcistica — come è successo, ad esempio, con Toni.
Krstovic è da big?
Krstovic, pur preferendolo a Piccoli, non lo considero un attaccante da big. Anche perché per arrivare a certi livelli serve uno step difficilissimo. Basta guardare la differenza tra il Kean visto alla Fiorentina e quello della Juventus: e lì, tra l’altro, il salto è stato molto più graduale rispetto a quello che dovrebbe affrontare Krstovic. Poi, certo, esistono anche eccezioni come Toni, che ha sempre segnato tanto — al Palermo, alla Fiorentina e persino al Bayern Monaco.