Verso Bologna- Lecce: Corvino incrocia il suo passato
Per l'attuale direttore giallorosso quella di domenica, al Dall'Ara, sarà una gara speciale, avendo avuto un trascorso con il club emiliano
Poco più di ventiquattro ore separano Bologna e Lecce dall'attesissimo turno di campionato che le vedrà opposte l'una contro l'altra allo stadio Dall'Ara.
Per qualcuno in particolare, la sfida di domenica avrà una rilevanza non indifferente, avendo avuto un passato con il club emiliano: parliamo di Pantaleo Corvino. Quella con il Bologna, per l'attuale direttore giallorosso, è una storia d'amore mai realmente decollata, causa anche qualche attrito con la dirigenza che lo portò a rescindere il contratto dopo meno di due anni dal suo arrivo.
Gli inizi e la promozione in Serie A
Ma andiamo con ordine: la prima volta di Pantaleo con il felsinei risale a dicembre del 2014, in Serie B, durante la stagione sportiva 2014/15. Il Bologna, retrocesso in cadetteria e nel pieno di una crisi societaria, viene rilevato dalla cordata americana Tacopina-Saputo.
Il compito per il direttore era molto chiaro: riportare la squadra ai prestigiosi livelli del nostro calcio, risollevandola dopo un avvio di campionato complicato, nel quale viaggiava a metà classifica.
Le risorse economiche messe a disposizione dai nuovi imprenditori, permisero sicuramente di sostenere un calciomercato di spessore, in cui riuscì a portare in rosa l'ex capocannoniere della Serie B Matteo Mancosu (che nel corso della stagione precedente, con il Trapani, aveva totalizzato ben 26 reti) per circa 1 milione di euro ma anche il giovane interista Mbaye, proveniente dal settore giovanile nerazzurro e arrivato in Emilia con la formula del prestito oneroso fissato a 500mila euro per poi essere riscattato al termine della stessa stagione a circa 4 milioni, e alcuni interpreti di assoluta esperienza, provenienti dalla Sampdoria come: Da Costa, per la porta, Gastaldello, in difesa, Krsticic, in mediana, e Gianluca Sansone per l'attacco (da non confondere con il “nostro” Nicola, anche lui però con un passato in Emilia), arrivato quell'anno in prestito con diritto di riscatto fissato a 2 milioni di euro.
Nonostante gli acquisti fatti, il Bologna non migliorò la sua classifica e questo convinse la dirigenza a provvedere, cambiando in corso d'opera l'allenatore ed esonerando Lopez con l'arrivo di Delio Rossi che Corvino conosceva bene sin dai tempi della sua prima esperienza nel Salento. Quell'anno i felsinei, nonostante le difficoltà iniziali, riuscirono a centrare l'obiettivo della promozione, vincendo la finale play-off contro il Pescara grazie a un doppio pareggio e al miglior piazzamento in graduatoria nel corso del campionato.
La salvezza e la rescissione contrattuale
L'anno successivo, Corvino portò ai piedi delle Due Torri Amadou Diawara, prelevato dal San Marino in terza serie a 18 anni per soli 600mila euro e probabilmente la migliore scoperta della sua esperienza a Bologna, visti i suoi trascorsi con Napoli (che lo aveva acquistato per circa 15 milioni di euro la stagione seguente, profittando una ricca plusvalenza) e Roma a seguire. Quell'anno si registrarono anche gli arrivi di: Rossettini (dal Cagliari per 2 milioni di euro), Pulgar (dal Catolica, club cileno, per circa 2.50 milioni e che lo stesso Pantaleo portò a Firenze qualche stagione dopo acquistandolo per la modica cifra di 13 milioni di euro), Mounier, Taider, Giaccherini che rinforzava il reparto di attacco (reduce dall'esperienza in Inghilterra con la maglia del Sunderland) e dello stesso Falco, con il Lecce, sebbene in rossoblu non riuscì ad incidere, collezionando solo 9 presenze in massima serie prima del prestito al Cesena ma anche di Constant, Floccari (che garantiva maggiore esperienza al reparto avanzato) e Zuniga (in prestito dal Napoli) durante il mercato di gennaio. L'annata, nel complesso, fu positiva perchè, nonostante le inevitabili complicanze di neo-promossa e l'avvicendamento tra Delio Rossi e Donadoni in panchina, l'obiettivo della salvezza fu raggiunto con un quattordicesimo posto più che meritato con 42 punti. Al termine della stagione, come introdotto all'inizio del periodo, la rescissione con il club e il ritorno a Firenze, squadra da cui era arrivato all'inizio della sua esperienza in rossoblu. Nel complesso un periodo positivo, visti i traguardi raggiunti ma anche le spese sostenute, soprattutto nella stagione in Serie A, che hanno creato un “movimento” di denaro di circa 50 milioni di euro per affrontare il mercato e rendere la rosa competitiva, ovviamente entro i limiti finanziari disposti dallo stesso club. Il solito Pantaleo, insomma: scelte d'investimento strategiche, scoperte di valore e la solita ma, vincente, politica di contegno nelle spese fatte.
Adesso, però, gli obiettivi da raggiungere con il suo Lecce, probabilmente l'ultima avventura lavorativa, che ci auguriamo duri il più a lungo possibile, prima della meritata “pensione”. La sfida di domenica l'impegno più vicino da dover superare nel migliore dei modi, la salvezza il traguardo da dover, necessariamente, tagliare al termine della stagione. E chissà, ancora, il futuro cosa gli riserverà…