Perché Marco Giampaolo viene soprannominato "Maestro"?
Il perché di questo soprannome che ormai Giampaolo si porta dietro da tanto tempo
Ieri il Lecce, attraverso una nota ufficiale, ha annunciato l’arrivo del nuovo tecnico Marco Giampaolo. Sui social, nel frattempo si è scatenato il pandemonio, con le pagine dedicate al calcio più famose che hanno tutte celebrato il ritorno dell’allenatore abruzzese in Serie A.
L'U.S. Lecce comunica che la conduzione tecnica della Prima Squadra è stata affidata a mister Marco Giampaolo.
Il tecnico ha sottoscritto un accordo fino al 30 giugno 2025, con rinnovo automatico in caso di raggiungimento della salvezza.
Perché “Maestro”?
Scherzosamente, ed a tratti ironicamente, Marco Giampaolo è stato definito “Maestro”. Un'etichetta che gli si è ritorta contro nel corso degli anni, visto quanto è successo con il Milan, in particolare, ma anche con il Torino e la Sampdoria nella sua ultima parentesi.
Eppure, a parlare di lui come un maestro è stato Arrigo Sacchi, di certo non l'ultimo degli allenatori nostrani ma, al contrario, un tecnico che ha fatto la storia del calcio italiano. Qualche anno fa ha commentato così la carriera di Giampaolo:
È bravo, è un maestro, credo sia pronto per una big. Ci sono molti gestori in giro, lui, invece, è un grande stratega può andare ovunque. Il suo Empoli ha giocato un calcio ricco di conoscenza.
Qualche basso in una carriera di tutto rispetto
Nel 2013 ha dato le dimissioni dopo che il Crotone ha battuto il suo Brescia e lui non è stato difeso dalla sua società ma, al contrario, buttato in pasto agli ultras.
Il giorno dopo la partita lo hanno aspettato al centro di allenamento ma lui non si è presentato. Giampaolo, alla fine, è finito anche a "Chi l'ha visto", spiegando successivamente le motivazioni di quel gesto
Quando andavano in visita nei club dei tifosi, i più alti dirigenti parlavano di promozione immediata. Così hanno cominciato a fischiarmi dopo il secondo pareggio, a Bari. E a contestarmi più forte dopo la sconfitta interna col Crotone [...] Questa però è la classica goccia che fa traboccare il vaso. La vivo come un’umiliazione assurda e dico basta. Avviso Iaconi e Fabio Corioni. Allerto i miei collaboratori perché provvedano all’allenamento del giorno dopo. Mando un messaggio a Zambelli, il capitano. E non mi muovo da casa, a Brescia. Non parlo per non disturbare l’ambiente. Hanno cercato di farmi passare per uno squilibrato, hanno messo di mezzo Chi l’ha visto?, hanno cercato di farmi cambiare idea ma non l’ho cambiata. È una questione di dignità.
Dichiarazioni che fanno discutere
Un'altra dichiarazione che lo ha reso celebre ed è stata anche oggetto di critica riguarda invece il fatto che in Italia non ci fosse tempo per lavorare, perché tutti vogliono tutto e subito.
Io ho sempre parlato del tempo come il mio primo alleato, non può essere il mio primo nemico perché nella costruzione di un progetto hai bisogno di tempo, hai bisogno di far capire, di insegnare. Ci vuole tempo, non fretta. Così nascono i grandi progetti, quelli che durano nel tempo, non la bruciante velocità di una fiammata, bella e breve.
A 57 anni, però, Lecce rappresenta davvero la sua occasione. E Marco Giampaolo farà di tutto per non farsela sfuggire.