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L’Ad della Lega Serie A Luigi De Siervo è intervenuto nel panel “Il metaverso della pirateria”, moderato dal direttore di Calcio e Finanza Luciano Mondellini, durante il Festival della Serie A a Parma. Ecco di seguito le sue parole: 

Credo che siamo in una fase delicatissima, circa a metà della nostra staffetta. Abbiamo iniziato una 4×400, facendo la prima frazione tutti insieme con il Parlamento che ci ha consegnato una legge che individua la strada corretta. Per la prima volta siamo nella condizione di capire il problema che stiamo vivendo. 

Sono sterili le discussioni sul vendere bene o male i diritti. Quello che deve essere capito è che i soldi che raccogliamo nell’asta sono il frutto della vendita di abbonamenti. Se come sistema Paese non ne garantiremo uno corretto, la diminuzione degli abbonati rischia di impoverire tutto il sistema. L’enormità di questo problema è stata compresa.

Piattaforma contro la pirateria 

Ora abbiamo uno strumento ottimo e perfettibile, abbiamo costruito insieme una piattaforma che abbiamo donato all’autorità. La prima fase di questa piattaforma è stata eccellente. Ora iniziano le ultime due frazioni: l’adeguamento della piattaforma alla mole gigantesca di dati che deve gestire, una fase in cui si deve mettere a terra la piattaforma con base più larga e più solida.

 A questa piattaforma sono obbligati a iscriversi tutti. La pirateria è business colossale e illegale per i pirati ma anche per società legittime che approfittano di questa illegittimità. Qui le autorità possono cambiare il trend, altrimenti l’ultima fase in cui consegniamo tutto alle autorità giudiziarie, perseguire fino al singolo utente, diventa inutile. 

Quello che cerchiamo di fare con questi incontri e sensibilizzare. L’ultimo step è quello di mettere in condizione l’autorità di implementare le piattaforme e di colloquio con le forze dell’ordine. Senza questi due ultimi passaggi, il lavoro svolto finora rischia di essere inutile.

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La situazione in Europa

C’è stato un momento di sbornia complessiva, in cui il valore delle entrate sembrava sufficiente. Anche in Premier League iniziano a sorridere meno. Tutta questa attività fatica a far convertire tutto in abbonamenti. Da dove siamo partiti è che il nostro è il Paese che piratava maggiormente i contenuti sportivi al mondo, qui la ferita è ancora più grave.

Oggi dobbiamo riuscire a implementare la normativa che ci vede nella condizione di essere capofila di un percorso di legalizzazione. Vogliamo trasferire alle nostre società sportive il merito di creare un’audience più alto. Anche la valorizzazione dei diritti commerciali connessi alla visibilità dei marchi o anche gli spot pubblicitari hanno valore inferiore del 30/40%. 

Oggi sei in grado di certificare con i dati la visibilità, ma ci manca una fetta significativa di milioni di persone. Spesso manca la conoscenza della profondità del problema. Gli ascolti della Serie A stanno andando bene, ma c’è quest’altra parte che se non riusciamo a convertirli, non riusciamo ad averne impatto. Il pezzo che manca nasce dagli utenti. 

Poi c’è un tema di sicurezza anche, ad esempio quando consegni ad un sistema illegale un sistema di pagamento ti fai il segno della croce. Noi stiamo aggredendo giuridicamente anche PayPal: stiamo aggredendo tutti i soggetti che rendono possibile questa attività. È una battaglia globale e generazionale.

No tifosi che pagano, no campioni 

Dobbiamo riuscire a far capire che le risorse che i nostri presidenti hanno dipende dalle risorse del sistema. Se non ci sono campioni è perché non ci sono sufficienti tifosi che pagano il prodotto. Quando noi chiudiamo una complicatissima asta di diritti, alla fine poi lavoriamo allo stesso conto economico perché più soldi entrano e più riusciamo tutti ad avere un beneficio. 

Se non raggiungiamo il break-even è perché il numero pirati è ancora alto. Al pirata deve essere garantito di entrare nel sistema legittimo. Devono imparare a pagare, l’obiettivo nel tempo sarà fare pagare meno: se pagano tutti, si potrà pagare meno. 

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