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Due stagioni fa, quando entrava in campo Pablo Rodriguez, era come se sul terreno di gioco avvenisse qualcosa di strano. Per i suoi compagni rappresentava una scossa di adrenalina e, di solito, l’inerzia della partita cambiava, con il Lecce che riusciva a rimontare se sotto nel punteggio o a passare in vantaggio se il risultato era di parità.

Con Corini in panchina e con il 4-3-1-2 come modulo di base, Rodriguez ha segnato 6 gol in campionato, pur giocando praticamente solo nel girone di ritorno. 

Il classe 2001 si è presentato con un gol dopo pochissimi minuti nel match contro il Vicenza ed ha proseguito a segnare con regolarità, convincendo l’allenatore a schierarlo con maggiore continuità.

Lo scorso anno, poi, sulla panchina del Lecce si è seduto Marco Baroni, un tecnico con un’idea di gioco diversa rispetto a quella del suo predecessore. L’allenatore giallorosso, di comune accordo con la società, ha optato per il 4-3-3, un modulo che esaltava le caratteristiche dei giocatori presenti in rosa ed acquistati durante il mercato estivo, ma che penalizzava le qualità dell’attaccante spagnolo.

Rodriguez non è una prima punta da 4-3-3 perché solitamente chi gioca al centro dell’attacco deve avere caratteristiche fisiche e tecniche diverse dalle sue. Il centravanti spagnolo ama la profondità e fa maggiore fatica spalle alle porta, quando si tratta di difendere il pallone dai difensori avversari.

Baroni, quindi, lo ha schierato sull’esterno, per sfruttare la sua rapidità, ma nel modulo dell’allenatore giallorosso gli attaccanti laterali devono anche lavorare parecchio in fase difensiva e Rodriguez ha dovuto imparare l’arte del sacrificio.

Nella seconda parte di stagione, assorbiti i dettami tattici del tecnico salentino, Rodriguez ha visto di più il campo e realizzato anche un gol di pregevole fattura contro l’Ascoli.

Il Lecce sa di avere un caso un potenziale campione e non vuole privarsi del giovane ex Real Madrid. Sarà importante adesso valutare la sua crescita e capire come fare per far sbocciare definitivamente tutto il suo talento. 

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