Non ci abbiamo mai
creduto che il
Verona avrebbe giocato la partita a
Genova per fare risultato, mai. Il Verona visto durante il campionato avrebbe fatto un sol boccone dei liguri, così come il Parma avrebbe fatto col Lecce. La differenza sostanziale è che il Parma, passato in
vantaggio complice le incredibili carambole che ormai appartengono ai giallorossi, ha giocato libero mentalmente anche in virtù del fatto che a Genova la partita era bella e chiusa dopo
40 minuti (3-0), mentre il Lecce veniva schiacciato da un macigno che non riusciva a spostare e che toglieva il fiato, già di per se poco.
Si è assistiti ad una gara surreale, che non aveva più nulla da dire, perchè le notizie che arrivavano mettevano fine ad un
sogno. Lecce-Parma questo era, solo un sogno. La vittoria di Udine aveva protratto la speranza, sempre l'ultima a morire, ma nel cuore tutti sapevano che Genoa-Verona era la peggior partita che potesse disputarsi come ultima di campionato. Così è stato, in un senso e nell'altro.
Ora che è finita, con un'amara
retrocessione evitabilissima (ma non nell'ultima giornata), sarà tempo di programmare una serie B di vertice che consenta alla compagine giallorossa di tentare immediatamente la
risalita nella massima serie.
A nostro parere si è concluso un bellissimo ciclo, questa si una favola vissuta da tutto l'ambiente giallorosso e la certezza, dopo questa giornata amara, è solo e soltanto una: il Lecce cadrà in piedi. L'ha promesso il presidente
Saverio Sticchi Damiani e noi alle sue parole ci crediamo. Il Lecce ripartirà con un nuovo progetto, non sappiamo allo stato chi rimarrà e chi invece saluterà ma sicuramente la
proprietà giallorossa darà vita ad un altro ciclo, attuerà nuove programmazioni, si spera
vincenti.
Quando si retrocede è inutile cercare il
capro espiatorio, oppure l'unico colpevole, di questo siamo certi. Si falliscono gli obiettivi sempre tutti
insieme, per varie concause e non ci sembra questo il momento di argomentarle approfonditamente. A partire dall'inesperienza della proprietà, del direttore sportivo e del tecnico, fino ai tanti infortuni subiti (non frutto del caso) e alla
sfortuna che pure ha il suo peso, soprattutto quando tutto va male. Il Lecce probabilmente è arrivato in
serie A senza la programmazione necessaria e senza avere il tempo di gettare solide
fondamenta; le possibilità economiche erano limitate (comunque importanti) rispetto a tutte le altre compagini, ancor meno di quelle delle neopromosse, visti i
capitali (non indifferenti) dovuti reindirizzare per il rifacimento del
Via del Mare.
Un'annata che però sarebbe potuta finire diversamente, con una salvezza, purtroppo anche il
Covid-
19 e la forzata ripresa del torneo ne hanno falsato il prosieguo, danneggiando sicuramente quelle formazioni attrezzate per affrontare una sola competizione, giusto il campionato. Tante altre formazioni avevano rose più ampie (vedi Genoa) e potevano alternare gli interpreti con meno fatica, cercando di mantenerli sempre più o meno freschi.
Nonostante tutto, con un po' più di accortezza (e ci riferiamo alla pessima gestione
fisico-
atletica del gruppo), il Lecce avrebbe potuto avere meno
infortunati, quindi più uomini a disposizione, di conseguenza qualche ulteriore possibilità di mantenere la categoria. Forse, col senno di poi, vista la precaria “
salute” della rosa, sarebbe stato più salutare nel post-Covid gestire
diversamente le partite, in maniera più sparagnina (come hanno fatto la quasi totalità delle formazioni) cercando di racimolare qualche punticino che alla fine avrebbe messo pressione alle dirette contendenti.
Anche qui l'inesperienza, la voglia di emergere ed il
delirio di onnipotenza di alcuni hanno causato un danno che pagherà solo l'U.S. Lecce. Troppe dichiarazioni tendenti a
discolpare il proprio operato, mettendo in croce i calciatori. Il
giocattolo si era rotto già da un po', nonostante un
gruppo sano, composto da uomini veri che hanno dato tutto ciò che avevano fino alla fine. Quasi
cento infortuni in un torneo (pazzesco), poi guariti e vittime di
infortuni diversi ed ottantacinque
gol subiti sono un doppio record di cui non si può andare fieri e dal qual è difficile riemergere.
E' tempo di
ripartire, di riprogrammare, cercando di sbagliare quanto meno possibile; prima però, in seno all'Unione Sportiva Lecce, sicuramente si farà la conta degli errori e dei
responsabili.
Forse lo si è già fatto.