Siamo vivi
L'editoriale del giorno dopo
“Siamo vivi”. Uscendo dallo stadio lo abbiamo pensato tutti. C’era chi ieri voleva la prestazione, ed è stato accontentato dai sedici giallorossi scesi in campo, e chi sperava nel risultato. Gli ultimi si sono dovuti arrendere all’autogol confezionato da Falcone e Gallo, eppure hanno sperato fino all’ultimo minuto del match contro il Napoli, forse ad oggi la squadra più forte d’Europa.
Siamo vivi perché ieri abbiamo dato battaglia, abbiamo dimostrato di potercela giocare alla pari con tutti – quando scendiamo in campo con l’atteggiamento giusto – e di avere la voglia e lo spirito giusto per ottenere i punti che ci separano dalla salvezza.
Ci sono due momenti che, meglio di altri, rappresentano quello che stiamo scrivendo: il momento del gol e la carica dei leader dopo l’errore di Gallo e Falcone.
Al gol tutti, e ripetiamo tutti, sono andati ad abbracciare Di Francesco. Giocatori in campo, panchinari, magazzinieri e staff medico. Un abbraccio collettivo sotto la Nord mentre l’ex Empoli si batteva il petto letteralmente impazzito dalla gioia. Ecco, questo ci fa ben sperare per il futuro perché questo gruppo è unito ed ha il desiderio di uscire insieme da questo momento difficili.
Dopo l’autogol del 2 a 1, Umtiti e Di Francesco hanno rincuorato a più riprese sia Gallo che Falcone. I due erano sconsolati e amareggiati, eppure hanno continuato a giocare con la stessa energia. Il laterale offensivo ha spinto con efficacia, bloccando le avanzate di Lozano e Politano, mentre l’estremo difensore è stato impegnato poco ma è risultato comunque prezioso grazie alle sue indicazioni.
Siamo vivi e nel prossimo turno avremo una partita importante da disputare. Per favore, però, non la chiamiamo finale. Non può esserlo a 9 giornate dalla fine e, soprattutto, non serve caricare l’ambiente più di quanto non lo sia. Contro la Sampdoria occorrerà mettere la voglia di ieri ed un pizzico di malizia in più nei contrasti e sulle seconde palle.
Il Lecce può, il Lecce deve, il Lecce ce la farà.