In ogni partita del
Toronto Fc, indipendentemente dall’importanza del match, i tifosi di casa, al minuto
23:13 delle partite casalinghe, iniziano a cantare: “
Ooooohhh Danny Dichio, Danny Dichio, Danny Dichio, Danny Dichioooooo ohhhh!”. Questo accade esattamente dal
12 maggio 2007, ossia il giorno in cui
Danny Dichio, vecchia conoscenza del calcio leccese, ha segnato il primo gol della storia del club.
Dichio nasce nel
1974 a
Londra, da madre inglese e padre di origine italiana. Danny da giovani è una macchina da guerra e da gol. Segna sempre e si fa notare ben presto, con il
QPR che si assicura le sue prestazioni già a
9 anni. Quella squadra rappresenta la sua passione, il club del suo cuore, con il suo idolo
Les Ferdinand che lo accudisce e gli insegna i trucchi del mestiere, facendolo volare già dalle prime partite.
Dichio segna all’esordio con tutta la famiglia sugli spalti pronta ad esultare, in quella che sembra una favola a lieto fine da raccontare ad i nipotini dopo aver vissuto una carriera da predestinato.
Nel ’97, mentre gioca in Premier League, un tifoso scavalca, entra sugli spalti e gli morde un orecchio. Lui rimane sconvolto dall’accaduto. attonito ed in cerca di una spiegazione per tale gesto. Intanto segna, attira le attenzioni di mezza
Serie A, oltre che a tanti club del massimo campionato inglese, e alla fine arriva nel
Bel Paese, voluto alla
Sampdoria da un grande allenatore come
Sven Goran Eriksson.
Il tecnico blucerchiato, però, proprio in quell’estate passa alla Lazio e abbandona l’attaccante inglese, che da quel momento vive un periodo difficile, con pochi gol e tante, tantissime critiche. Prima, in realtà, deve affrontare anche problemi legali dovuti alla partenza improvvisa dal
QPR, che senza preavviso vede partire il miglior attaccante in rosa, con un danno economico non indifferente.

La
Samp da occasione della vita si trasforma in rovina per la sua carriera. In blucerchiato scende in campo solo
2 volte, prima di accasarsi al
Lecce, con il quale segna solo un gol, all’esordio contro il Brescia senza però suo padre in tribuna. Alla fine nel
Salento saranno solo 6 le presenze complessive tra campionato e Coppa, con molti rimpianti e poche speranze per il futuro dell’attaccante.
La carriera di Dichio non ha avuto mai la svolta che tutti si aspettavano. Ha giocato in
Inghilterra, poi in Canada diventando l’idolo dei tifosi del Toronto per quel gol storico, ma non ha mai mantenuto le attese, seppur i mezzi tecnici ci fossero e le qualità sembrassero evidenti. Dichio, oltre al calcio, è stato apprezzato anche per le sue doti da
Dj e per le sfilate con
Dolce&Gabbana. Il centravanti londinese è stato votato anche come "
il calciatore più bello del mondo", sebbene sul campo di calcio in Italia si sia fatto vedere per troppo poco tempo.
Sulla sua vita adesso non ci sono notizie ufficiali, ma fino al
2015 è stato direttore tecnico della
Thornhill Soccer Club, una società che permette a giovani piccoli campioni di crescere e diventare calciatori professionisti. Dichio è l'emblema di chi doveva essere e non è stato, uno dei tanti che a Lecce avrebbe potuto trovare la piazza giusta per esplodere.