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Partita complicata Frosinone-Lecce, ma ce lo aspettavamo. Il Frosinone è una squadra tosta da affrontare, ma le furie giallorosse riescono a strappare i 3 punti in casa frusinate.

schieramento iniziale

SISTEMI DI GIOCO DI BASE

Frosinone schierato con un 3-5-2 e Lecce con il classico 4-3-1-2.

FROSINONE

FASE DI POSSESSO

L’idea di mister Nesta probabilmente era quella di superare la pressione dei 3 giocatori leccesi Coda, Pettinari ed Henderson, facendo una costruzione a 3 più 2 dei centrocampisti (Maiello e Kastanos) per mettere Henderson in inferiorità numerica centralmente, costringere le mezzali leccesi a rimanere in zona centrale per marcare gli stessi centrocampisti ciociari e permettere così ai quinti di ricevere indisturbati (Figura 1).

FIGURA 1
(Il Frosinone in costruzione bassa. Kastanos si abbassa per mettere in inferiorità numerica Henderson e costringere Majer a preoccuparsi di lui)

Però l’atteggiamento guardingo del Lecce che a palla “scoperta” rinunciava ad uscire forte sui 3 difensori centrali, ha costretto gli stessi giocatori del Frosinone a uscire palla al piede per provocare il pressing del Lecce (Figura 2).

FIGURA 2
(Il Frosinone sempre in costruzione bassa. Szyminski costretto in conduzione per far uscire il Lecce)

Durante lo sviluppo frusinate, sovente è accaduto che uno dei centrali difensivi, nella fattispecie Brighenti effettuava la giocata del “do e vado” per inserirsi e costringere i giocatori leccesi ad assorbire il suo movimento. Tale movimento ha lo scopo di creare un dubbio agli avversari su come risolvere il problema. Se l’avversario decide di assorbire l’inserimento, il portatore di palla ha tempo e spazio per effettuare la giocata sopra la linea avversaria o se in prossimità della porta di calciare. Se invece l’avversario non assorbe l’inserimento si può giocare la filtrante sul giocatore che si è inserito (Figura 3).

FIGURA 3
(Brighenti evidenziato in rosso, dopo aver appoggiato il pallone al compagno, si butta dentro per tenere basso Maggio e preoccupare Lucioni)

In transizione negativa se la perdita del pallone avveniva a ridosso della area di rigore leccese, il Frosinone provava la riconquista immediata del pallone. Se invece, la riconquista non avveniva nel giro di pochi secondi oppure la perdita del pallone era in prossimità di metà campo o nella propria metà, la squadra ciociara portava più giocatori possibili al di sotto della linea della palla ad esclusione delle due punte.

FASE DI NON POSSESSO

Il Frosinone ha rinunciato ad effettuare un pressing ultraoffensivo abbassando i quinti sulla linea dei difensori. Comunque dalla metà campo in poi la squadra ciociara ha avuto un comportamento abbastanza aggressivo, comportamento che ha messo in difficoltà gli attaccanti del Lecce costretti spesso a venire incontro (figura 4).

FIGURA 4
(Tribuzzi esce su Gallo, Salvi su Pettinari, Curado è pronto a marcare Henderson che prova a tagliare)

Avendo superiorità numerica difensiva, spesso è capitato in occasione di attacchi centrali leccesi, che i difensori centrali spezzassero la linea per accorciare sul calciatore leccese che giocava tra le linee (figura 5). In transizione positiva la squadra di casa lasciava i due attaccanti svincolati dalla fase di non possesso, pertanto una volta superati non rientravano sotto la linea della palla rimanendo alti per dare appoggio appena riconquistata palla.

FIGURA 5
(Curado spezza la linea difensiva e aggredisce Coda tra le linee)

PALLE INATTIVE

Riguardo le palle inattive, nello specifico i calci d’angolo a favore, il Frosinone ha spesso utilizzato sfruttare 2 giocatori con lo scopo o di effettuare il 2v1 oppure costringere un altro giocatore leccese di uscire e creare più spazi in area di rigore (figura 6).

FIGURA 6

In occasione dei calci d’angolo contro, il Frosinone ha preferito effettuare una marcatura mista. In questo calcio d’angolo si può notare che i ciociari portano il 2v2 nei pressi dell’angolo. Un uomo in area di rigore alla ricerca della palla, uno al limite e tutti gli altri in marcatura a uomo (figura 7).

FIGURA 7

LECCE

FASE DI POSSESSO

A differenza di quanto successo in occasione della partita casalinga contro il Chievo Verona, il Lecce ha affrontato un Frosinone che, come detto all’inizio, non ha adottato un pressing ultraoffesivo. Questo ha comportato che i difensori effettuassero una costruzione bassa. Come sempre hanno partecipato in questa costruzione le mezzali che effettuando la rotazione con i terzini cercavano di tirare fuori la mezzala di parte e creare lo spazio per il trequartista o una delle punte che veniva incontro (figura 8).

FIGURA 8
(Bjorkengren si abbassa, ma in quest’occasione la mezzala ciociara non lo segue, pertanto lo svedese è costretto a portare palla per spingere l’avversario ad uscire)

Un’altra costante di Mister Corini è quella di far aprire la mezzala e creare la superiorità numerica sull’esterno 3v2 (terzino-mezzala-trequartista) (figura 9).

FIGURA 9

Durante questa partita si è notato anche una rotazione tra mezzala e trequartista. In figura 10 Henderson e Majer si scambiano le posizioni, mentre nella figura 11 Bjorkengren prende il posto di Henderson e attacca la profondità mentre lo scozzese si sposta sul lato sinistro.

FIGURA 10
FIGURA 11

In transizione negativa anche il Lecce ha cercato il recupero immediato del pallone in occasione della perdita di possesso nella metà campo avversaria e spesso i difensori leccesi si sono fatti trovare pronti con le marcature preventive, in particolare Meccariello.

FASE DI NON POSSESSO

Il Lecce ha preferito non aggredire alto in situazione di palla scoperta e in inferiorità numerica, pertanto si è visto durante la gara come tendesse a prestare maggiore attenzione alla copertura delle vie centrali. Questo era effettuato facendo indietreggiare le due punte e il trequartista che avevano lo scopo di coprire le linee di passaggio su Maiello e Kastanos, lasciando libera la giocata sui quinti Vitale e Salvi. Se questi ricevevano palla prima della linea di metà campo venivano aggrediti da Majer o Bjorkengren, se invece erano più alti erano Gallo e Maggio a uscire. Chiaramente un grande lavoro di sacrificio e attenzione è stato richiesto da questi interpreti (figura 12).

FIGURA 12

Grande rischio ha corso il Lecce in occasione del palo di Tribuzzi a inizio ripresa, dovuto in particolare al movimento corretto di Novakovich che ha tirato fuori Lucioni e scaricando su Kastanos ha permesso a quest’ultimo di condurre e crossare per il giocatore laziale che ha colpito il palo (figura 13).

FIGURA 13

Nelle transizioni positive il Lecce è… MICIDIALE!

Il primo e l’ultimo gol sono l’emblema che nella reattività e nelle ripartenze il Lecce è veramente forte. Il primo grazie all’aggressività di Maggio e alla freddezza da veterano di Bjorkengren che in mezzo a 4 avversari serve col contagiri Henderson. Mentre l’ultima è una classica ripartenza gestita magistralmente da Tachtsidis che serve Pablito Rodriguez che conduce palla facendo anche scudo col corpo per il ritorno dell’avversario e realizza il gol con un fantastico pallonetto.

PALLE INATTIVE

I calci d’angolo contro non sono stati gestiti al meglio, in più occasioni i giocatori leccesi si sono fatti sorprendere con il 2v1.

CONCLUSIONI

Il Lecce si trova in stato di grazia e le ultime prestazioni e i tanti gol ne sono la conferma. Mister Corini sta esaltando quelle che sono le caratteristiche dei giocatori, una squadra che gioca in verticale e sfrutta benissimo le transizioni offensive. Finalmente anche a livello fisico si denota una squadra tosta. Grandissima la prestazione del greco che con due perle manda in gol prima Coda e poi Rodriguez e non ultimo ci possiamo godere nuovamente un Majer in splendida forma psicofisica. Adesso ci attende la sosta che rischia di spezzare il bel ritmo che avevamo intrapreso, ma considerando che negli ultimi 10 giorni si è giocato 3 partite potrebbe tornare utile per rifiatare e ricaricare le batterie. Sotto con la Salernitana e FORZA LECCE!

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