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Alexis Blin, innesto arrivato dalla Francia nel mercato estivo per rinforzare il centrocampo del Lecce, è finito nell’occhio del ciclone dopo il tonfo dei salentini nella trasferta di Cremona.

La prestazione del mediano ex Amiens non è stata positiva e proprio per questo motivo il calciatore è stato oggetto del malcontento dei tifosi sui social.

Blin con la Cremonese è sembrato impacciato e poco in partita, ma non è stato il solo.

Nemmeno Hjulmand e Coda hanno giocato una buona gara, ma dato che i due calciatori in questione hanno avuto tempo e modo per dimostrare il proprio valore, il cattivo giudizio ”popolare” nei loro confronti si è limitato ai 90 minuti contro i grigiorossi.

Ciò non è avvenuto con Blin, il quale è stato già criticato e “condannato” in senso assoluto, come se fosse possibile valutare un calciatore vedendo un solo match.

Piuttosto che esporre dei buoni motivi che potrebbero essere alla base di una cattiva uscita (come i carichi di lavoro o l’ambientamento) forse potrebbe risultare più diretto e oggettivo attenersi ai fatti, a ciò che è accaduto realmente a Cremona.

Perchè sì, Blin non ha giocato bene, ma non gli si possono imputare colpe che non ha.

Bene, è finita 3-0; il primo gol viene subito dai salentini con un gran tiro da fuori di Valzania, abile a sfruttare una fortunosa respinta su punizione, in un’azione in cui il neoacquisto non ha alcun ruolo.

Poi la sua partita finisce lì, entra Paganini, il Lecce prende due gol e al 65esimo smette di giocare.

Blin è colpevole della sconfitta? No.
Ha giocato bene? No.
Ma finisce lì. 
Perché i dati sono chiari e dicono che il Lecce senza il centrocampista difensivo ha perso totalmente equilibrio, mentre nel primo tempo i giallorossi hanno subito un singolo tiro in porta, sfiorando per due volte il vantaggio.

Piuttosto che accaparrare le colpe di un risultato infelice ai neoacquisti o ai calciatori più anticipatici nel pensiero popolare, bisognerebbe scavare a fondo e capire cosa realmente non ha funzionato, cosa ha inciso davvero su quel 3-0.

Sembra un paradosso: una prestazione insufficiente di chi è a Lecce da più tempo viene facilmente archiviata, mentre un’uscita a vuoto di un neo-arrivo diventa una condanna, perché dare fiducia forse è troppo difficile. Sparare a zero è semplicissimo invece.

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