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Il 3 settembre, il presidente del Genoa Alberto Zangrillo ha parlato a Telenord della situazione in casa rossoblù. Le due cessioni di Retegui e Gudmundsson non hanno completamente soddisfatto il tecnico Alberto Gilardino che ha commentato così:

Ci sono alcuni reparti non del tutto completi, dove siamo carenti a livello numerico.

Sono felice di chi c’è, ma c’è rammarico per non aver completato la rosa, a livello di quinto esterno sinistro, di difensore centrale. 

Le parole di Zangrillo

Ecco dunque che il presidente dei liguri ha voluto mettere le cose in chiaro parlando della nuova politica intrapresa dalla società:

L'abbattimento del debito aumenta le nostre responsabilità perché siamo sotto la lente. Ci aspetta una progressiva evoluzione verso l'autosostenibilità economica, che comporta un percorso difficile, soprattutto in un contesto in crisi come il calcio italiano. 

Poi, parla di tranquillità economica e mercato:

Per essere vincenti ed efficaci bisogna che una serie di situazioni si concretizzino: tranquillità economica, che tutti vadano nella stessa direzione e la certezza assoluta che la nostra gente ci segue, ci supporta e ci tutela, e che continui a credere in noi. 

Ci siamo liberati di una serie di figure che appesantivano il costo aziendale. Giocatori a cui ero affezionato ma che non facevano parte della rosa ideale di mister Gilardino. 

Il Lecce precursore di un calcio senza debiti

Insomma, le parole di Zangrillo non sembrano del tutto nuove. Il presidente Sticchi Damiani da tempo parla di come la nuova direzione da intraprendere, a livello di calcio italiano, sia quello della sostenibilità:

Non è vero che il calcio debba necessariamente essere indebitato, o che per raggiungere risultati sportivi si debba andare oltre le proprie possibilità.

Sticchi Damiani

Anche il Genoa si è accorto che questa è la strada da percorrere. Un atteggiamento che, fortunatamente, il Lecce ha saputo cogliere fin dall'inizio, ergendosi quasi a modello di un nuovo modo di fare calcio senza debiti.

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