Cortocircuito nello spogliatoio dell'Empoli, ma a perdere è il Lecce
L'editoriale di Marco Marini
Non è cambiato niente, alla fine tutti speravamo che la sosta potesse trasformare la squadra ed invece è come se si sia imboccato un vicolo cieco.
Altra sconfitta, quinta consecutiva, ma soprattutto nessun tiro in porta e pochissime azioni pericolose. Il gruppo non sembra crederci, è vero attua l'idea di calcio di Baroni (che è quella che ha portato i 27 punti in classifica), pressa, corre ma non c'è la convinzione necessaria in quello che è chiamata a fare, sembra contratta.
Troppi gli errori tecnici nelle azioni potenzialmente pericolose, un po' di egoismo da parte di qualcuno e poi l'episodio negativo al quale non si sa reagire che determina la sconfitta.
Ripetiamolo ancora una volta: il Lecce è una matricola, la squadra più giovane del campionato ed è a più otto dalla zona retrocessione, le sconfitte consecutive ci stanno. Il problema non sono le partite perse in se, ma l'incapacità di provare a vincere, o anche a rimontare. Portare a casa i tre punti in serie A è difficilissimo sopratutto per una matricola come il Lecce, oggi ci stiamo accorgendo che è diventato impossibile anche pareggiare e questo non va bene.
Nessuno ha mai regalato nulla ai giallorossi, i punti conquistati sono tutti farina del sacco di Baroni e dei suoi ragazzi, anzi ne manca qualcuno per circostanze non attribuibili a loro (pensiamo sempre a Lecce-Monza) di conseguenza assegnare al Verona il “merito” per gli otto punti di distacco del Lecce dalla terz'ultima non è giusto verso il lavoro svolto. Si dimentica troppo facilmente che la Salernitana nella scorsa stagione si è salvata con 31 punti, appena quattro in più del Lecce, con la differenza che i giallorossi hanno altre dieci partite a disposizione per incamerare risultati, la Salernitana non ne aveva più.
La partita contro l'Empoli è stata come ci aspettavamo: squadre contratte, ben messe ed attente a non prenderle, marcature preventive e duelli a tutto campo. Una partita sporca tra due formazioni che venivano da quattro sconfitte consecutive ed avevano bisogno di ritrovare i punti. Ci è riuscito l'Empoli sulla solita fesseria della retroguardia giallorossa che ha commesso errori in serie concedendo all'arbitro la possibilità di assegnare un rigore agli uomini allenati da Paolo Zanetti.
Purtroppo lì si è conclusa la partita del Lecce e questo è un dato che necessariamente dev'essere migliorato, perchè la sensazione di una squadra stanca sia mentalmente che fisicamente non ci abbandona più. E non è una cosa positiva.
Il Verona continua a perdere ma non siamo dell'idea che il distacco che i giallorossi possono vantare sugli scaligeri sia demerito di questi ultimi, noi siamo più che convinti che invece sia merito del Lecce perchè i ventisette punti in classifica non sono certamente un regalo di qualcuno, ma sono stati conquistati con lacrime e sangue.
Altra sconfitta dicevamo e che lascia l'amaro in bocca e brutte sensazioni, già avute nelle precedenti quattro: pensiamo sempre che se queste partite durassero due giorni, non cambierebbe niente.
Non è un bel modo di pensare ma l'atteggiamento che vediamo durante la gara evidentemente ci suggerisce questi imput negativi. La partita finisce ed è come se ci mancasse qualcosa per accettare la sconfitta: forse siamo ripetitivi ma pensiamo sempre e comunque che quando gli avversari sono riusciti a ingabbiarti bisogna togliere loro i punti di riferimento. Negli ultimi dieci minuti mettere due punte non è blasfemia, il peggio che può capitare è perdere la partita. Cosa già avvenuta.
Venerdì il Lecce ritornerà in campo nello scontro proibitivo contro la capolista, il Napoli dei miracoli. Incrociamo le dita e speriamo di vedere una scintilla, qualcosa che possa ridare al Lecce quella convinzione nei propri mezzi e quella spensieratezza per ora persa.