Lecce-Bologna: punto d'oro, però occhio alle scelte
L’editoriale di Marco Marini sul pari andato in scena al Via del Mare
L'abbiamo sempre detto e non ci stancheremo mai di ripeterlo: se il Lecce non produce intensità, non aggredisce costantemente gli avversari, se abbassa i ritmi, diventa una squadra battibile. Anche D'Aversa la pensa così, le varie conferenze stampa parlano chiaro. Però si smentisce al momento di mettere in campo l'undici titolare, concedendo la vetrina ad elementi che mal si coniugano tra loro e non hanno come caratteristica principale proprio ciò che il mister cerca: l'intensità.
Dorgu, Gonzalez, Oudin, Banda, Strefezza, Krstovic, schierati tutti insieme, sono sei atleti di movimento che sono più bravi dalla cintola in su e se riescono a produrre intensità, ferocia, lo fanno per un tempo limitato; in questa circostanza solo per 30 minuti, poi i più erano con le mani sui fianchi. Partita sbagliata quindi, al di là del pareggio, anche meritato, sia nell'interpretazione che nella formazione iniziale ed anche nel prosieguo. Una di quelle gare giocate fuori orario per esigenze televisive nelle quali ti chiedi "quando inizia a giocare il Lecce"? In realtà ha iniziato, i giallorossi hanno giocato con alcuni interpreti sotto tono e scelte successive non pervenute.
Bicchiere mezzo pieno
Al 95' il rigore a favore concesso e segnato da Piccoli ha mitigato un po' la rabbia e gli animi. Il punto è d'oro, il bicchiere sicuramente mezzo pieno ma come facciamo sempre distinguiamo il risultato dalla prestazione. La prestazione, soprattutto nella fase offensiva, non è stata brillante mentre giusto sufficiente in quella difensiva. Il Lecce può fare di più. Le scelte di D'Aversa non ci hanno convinto: Dorgu ha sofferto Ndoye per tutta la partita, deve crescere ed ha tutto il tempo per farlo; Krstovic è in calo e si sta ambientando, ma ha come alternativa un compagno che sta molto bene e non può passare il messaggio che gioca il primo perché di proprietà; è una cosa pericolosa perché di Piccoli avremo bisogno fino alla fine del campionato.
Il centrocampo schierato è leggero per caratteristiche: Gonzalez ed Oudin contemporaneamente in campo mettono il terzo centrocampista sempre in difficoltà perché entrambi aiutano poco e calano fisicamente dopo un tempo. Se non c'è Kaba, dovrebbe giocare Blin che garantisce equilibrio e permette a Ramadani di esprimersi meglio. La scelta sull'out di destra era tra Strefezza o Sansone, essendo Almqvist fuori condizione, il primo non ha fornito una buona prova mentre il secondo una volta entrato non è riuscito ad incidere, anzi ha regalato al Bologna la punizione con cui i felsinei sono passati in vantaggio.
Banda, pur con i suoi limiti (dai quali dovrebbe iniziare ad emergere) riesce a tenere in apprensione gli avversari esclusivamente per merito della sua velocità. Un pareggio ottenuto davvero all'ultimo respiro, contro una formazione in emergenza che però con il minimo sindacale stava per portare a casa il massimo risultato.
Ora un altro scontro salvezza
La prossima sarà ad Empoli, i toscani giocano bene e sono in ripresa: speriamo che stavolta D'Aversa sia “illuminato” nelle scelte, perché non si può sperare sempre in "San Falcone", stavolta anche in versione attaccante aggiunto.