Lecce-Milan: quando il VAR trova il callo nel pagliaio
Lecce-Milan 3-2: Minuti di fuoco al Via del Mare con l'espulsione per proteste di Giroud e la rete annullata a Piccoli per un pestone (rilevato dal Var) a inizio azione su Thiaw
Nessuno ce lo toglierà mai dalla testa, pestone o meno. Volete la verità? Bene, la verità è che il Milan non poteva perdere quattro partite di seguito in campionato, soprattutto a Lecce dopo che era andato meritatamente in vantaggio per due a zero e dopo che, una volta raggiunto dai giallorossi, aveva ricevuto l'espulsione di Giroud per proteste.
Qualcosa bisognava necessariamente fare per evitare una sconfitta traumatica e qualcuno doveva intervenire. Cosa c'è di meglio che annullare il gol del meritato tre a due del Lecce, siglato da Piccoli, se non tutelare il callo sul piede di Thiaw? Niente, è perfetto, perchè tutti sappiamo che dolore può derivare quando ci sfiorano un callo, no? Infatti il centrale difensivo dei rossoneri cade a terra come fulminato.
Ebbene al VAR tutto si può dire, tranne che non siano garantisti, anche podologi probabilmente, agiscono di conseguenza e per il bene dei piedi.
Qualcuno riesce a rovinare anche le serate più belle, riesce a frustrare le emozioni vere e non importa se il piccolo Lecce aveva ribaltato una partita che lo vedeva sotto di due gol, con dedizione, bravura e classe. Non importa. L'importante è essere protagonisti al VAR, incidere sui risultati, ammazzare il gioco e far vedere quanto si è bravi cercando il pelo nell'uovo. Poi, siamo tutti d'accordo che il pestone sia da considerarsi fallo, ma quando? Quando un giocatore è in possesso della sfera e l'avversario nel tentativo di togliergliela, entrando in ritardo, gli pesta il piede. E' fallo, nulla da dire. Ma qui siamo di fronte al paradosso, perchè Thiaw non è in possesso della sfera, è solo un corpo a corpo con Piccoli per cercare la migliore posizione per intercettare un eventuale rilancio che probabilmente è ancora nei pensieri di Falcone. Nel tentativo di conquistare quella zolla di terreno il piede di Piccoli sfiora quello del difensore milanista. Tutto qua. Questo è il grande fallo che ha convinto i podologi del VAR a richiamare Abisso, il quale altro non poteva fare che annullare.
Il Lecce, reduce dalla doccia fredda (usiamo un eufemismo) rimediata a Roma entra in campo timoroso. Notiamo subito che Falcone passeggia lentamente con la sfera tra le mani prima di riprendere il gioco, probabilmente la batosta subita all'Olimpico ha lasciato il segno. Il Milan invece, galvanizzato dalla vittoria contro il PSG va a mille, pressa in tutte le zone del campo impedendo ai giallorossi di imbastire la manovra. Gli uomini di Pioli si rendono conto del momento di difficoltà dei loro avversari, premono sull'acceleratore e vengono premiati segnando due gol in contropiede.
Il Lecce, a parte un sussulto di Banda nel primo tempo, dimostra di non riuscire ad entrare in partita e viene graziato sul finire dal palo a Falcone battuto. Nel secondo tempo però cambia tutto, esattamente quando D'Aversa decide di immettere forze fresche. Ebbene, tutti i sostituti (Blin, Sansone, Piccoli, Gonzalez e Venuti negli ultimi minuti) entrano con la giusta mentalità, il Lecce inizia a macinare gioco, sfiora il gol poi finalmente accorcia le distanze, lo stadio continua ad incitare, la bolgia è infernale e trova immediatamente il gol del pareggio. Colpisce un palo, sfiora altri gol ma non finisce qui, il pareggio non basta più. In pieno recupero, Piccoli da Bergamo s'inventa il gol della vita con un tiro da quaranta metri, un siluro che beffa Maignan.
Il Via del Mare esplode, i tifosi del Milan non cantano più, la partita sta finendo ed il Lecce ha vinto.
Invece no, Guida dal VAR richiama Abisso, perchè ha trovato il famoso ago nel pagliaio, non vede l'ora di mostrarlo al direttore di gara e di salvare il Milan.
Due a due è il risultato della sfida, il Lecce aggiunge un punto alla sua classifica ed aspetta i risultati di domenica. Ora ci saranno quindici giorni di sosta per le partite delle nazionali e poi il Lecce inizierà con una serie di scontri diretti a cominciare da quello contro il Verona dell'ex Baroni.