Ca la vera cultura è cu sai vivere
La piazza leccese sta vivendo un momento particolare, dettato dalla mancanza dei risultati. Questo sta portando alcuni tifosi a cercare un colpevole
Che sarebbe partito il tutti contro tutti lo avevamo già previsto un paio di settimane fa, subito dopo la sconfitta per 0-6 contro la Fiorentina. Ha carburato con una settimana di ritardo, ma ormai ci siamo. Siamo al capolinea.
Una parte di questa piazza non merita la Serie A. A dispetto dei numeri che produce allo stadio e del calore che profonde - a corrente alternata - nei confronti della squadra. Non è da Serie A perché non ha la maturità di affrontare i momenti negativi. Impazzisce. Sfolla. Senza criterio. Senza equilibrio.
Tifare per una squadra in maniera viscerale significa supportarla anche nei momenti di difficoltà. Anche perché le difficoltà che sta vivendo il Lecce in questo momento, le stanno vivendo tutti, da Gotti a Sticchi Damiani, dai giocatori a Corvino e Trinchera. Nessuno è escluso. Nessuno ci gode. Eppure sembra che questa frustrazione sia ad esclusivo appannaggio di questi tifosi. Unici, veri detentori del patentino di supporter.
La verità sapete qual è? Che questa Società sta provando a stare in serie A, ma i tifosi dei social sono rimasti in C. Non sono cresciuti. Non hanno alzato l'asticella.
Ci arrivano chat assurde in cui si parla di calciatori che giocano a padel, in cui ci sono improbabili spifferi dai corridoi del club che paventano un imminente fallimento della Società. Chi sparge questa voce, magari professionista, laureato, non si accorge della fesseria che dice poiché basterebbe spendere soli 5 euro sul sito della camera di commercio per scaricare i bilanci di una SPA e non di una combriccola di amici. Fatelo, così magari sentendovi stupidi non rifarete lo stesso errore.
Per non parlare di quando si crede che il centro sportivo distolga risorse economiche alla campagna acquisti, senza capire che è un momento di crescita del Club, come quando migliori lo stadio. Non avete idea di quanti calciatori chiedano informazioni sulle strutture prima di accettare una destinazione. Perché sono schizzinosi? Forse, o perché semplicemente sono abituati a lavorare in un certo modo essendo dei professionisti che hanno giocato ad alti livelli.
E dunque cosa succede?
Succede che quando le cose vanno male, il problema è sempre la Società. Cioè chi mette i soldi propri, impegnando risorse personali, anche a rischio di compromettere gli equilibri familiari. Chi ha cominciato a fare il Presidente per passione. Secondo questi ben pensanti, il Presidente gode nel vedere andare male il Lecce. Oppure se ne fotte.
Poi il problema sono Corvino e Trinchera che non hanno “voluto” fare la squadra. Scientificamente hanno voluto fare un mercato sparagnino, perché fare figura di merda è la loro passione. D'altra parte lo sanno tutti, no?
Discorso che vale pure per Gotti. Nessuno di noi pensa che sia un fesso nello schierare mille formazioni diverse nel tentativo di fare bene il suo mestiere. Oltretutto riteniamo che oggi sia l'opzione migliore e che possa essere sempre lui a risollevare l'andamento della squadra. E questo, senza dimenticare che lo scorso anno ha avuto lui la lucidità di far rendere immediatamente una squadra allo sbando grazie alla sua competenza e soprattutto alla sua capacità di vedere potenzialità diverse da quelle già espresse come per esempio spostare Dorgu in attacco.
Ma è chiaro che a mercato chiuso è l'unico che può fare qualcosa per cambiare le sorti del campionato. E dunque, è normale che sia lui ad essere sotto le luci dei riflettori e a riempire le pagine dei nostri quotidiani.
E ora veniamo ai giornalisti. Spesso attaccati dai tifosi, a volte dagli stessi colleghi. La loro colpa è quella di vedere il calcio in maniera diversa dalla massa e dunque di essere assoggettati alla Società o a Corvino. Perché c'è chi crede al giornalista prezzolato che svolge l'attività dietro compenso del club.
Oppure perché si tratta di una professione sottovalutata. Possiamo capirlo. D'altra parte c'è gente che crede di poter parlare di vaccini e scie chimiche senza aver mai messo piede in una facoltà universitaria, figuriamoci adesso se non possa credere di poter fare meglio il giornalista di chi è titolato a farlo.
E poi c'è Pianetalecce che da sempre segue una sola linea editoriale: supportare il Lecce. Ci siamo schierati sempre dalla parte dei colori giallorossi, senza prendere le difese di nessuno oppure prendendo le difese di tutti. Non a convenienza e neppure sotto compenso, semplicemente pensando che fosse la cosa giusta da fare. Dovete ricordare che noi giornalisti di Pianetalecce abbiamo l'opportunità di confrontarci con i protagonisti (giocatori, dirigenti, allenatori, medici) e che le nostre conclusioni, a torto o a ragione, sono frutto di valutazioni ponderate. Mai preconcette e mai per favorire qualcuno. D'altra parte lo scorso anno, ricorderete tutti, gli screzi con l'area tecnica anche in TV.
Noi sosteniamo il Lecce. Non abbiamo "amici" da difendere o “nemici” da attaccare.
Eppure giù con gli insulti. Offese personali. Ingiurie. Alla persona o alla professione. E secondo questi qui, tu devi stare zitto, perché è loro diritto “contestare”. Poi vai sui loro profili personali, per capire il livello dei tuoi odiatori professionisti, e trovi le solite frasi ad effetto sulla fratellanza, l'amore per il prossimo e boiate varie che utilizzano per lavarsi la coscienza. Altre volte foto con i colori della Juventus, dell'Inter o del Milan a farci capire che tifano Lecce solo quando bisogna fare casino.
Uno schifo.
In questo calderone ci finisce pure, purtroppo, Fernando Blasi, uno dei mitici cantanti dei Sud Sound System, che facendosi condizionare da questa caccia al giornalista o al colpevole, ci dedica un bel “pianeta merda”. Non gli faceva poi tanto schifo questo Pianeta quando doveva promuovere il suo album. Ma c'è riconoscenza al giorno d'oggi? Potrebbe essere anche il tema per una nuova canzone, magari potremmo collaborare nella stesura del testo. Ci piacerebbe davvero.
Troviamo sia un peccato leggere questo messaggio. Perché da personaggi così importanti, elevati, ci si aspetta un altro tipo di comportamento. Che ci sia coerenza tra i messaggi di amore e di fratellanza mandati attraverso le bellissime canzoni che ci fanno ascoltare e la realtà. E poi anche sul tema del riscatto sociale. Quale migliore momento se non quello calcistico per portare l'esempio di persona in grado di ragionare, di riflettere e di agire in maniera consona. Un modo di fare che ci migliorerebbe e ci permetterebbe di affrontare i momenti più difficili in maniera razionale e non di pancia.
Forse è un momento utile per riflettere. Anche per noi. Nel tentativo di spiegarci come mai questo ammortizzatore sociale che è il calcio deve capire solo la massa e non tutti gli altri che ci capitano in mezzo.
Tutti si dovrebbero ricordare che l'unico obiettivo è il Lecce. Non c'è il tifo per l'allenatore, il tifo per il presidente o per il direttore sportivo. C'è solo il tifo per i colori giallorossi. E c'è il distinguere una critica contestualizzata al momento che stiamo vivendo, da tutto il resto. Bisogna remare tutti nella stessa direzione perché mentre fuori ci stiamo scannando per rompere il giocattolo, li dentro si sta lavorando per farlo crescere.
E ricordatevi ca la vera cultura è cu sai vivere…
Vi vogliamo bene, la Redazione di Pianetalecce.