Lecce, ecco le tue 8 pene capitali

L'elenco degli errori arbitrali patiti dal Lecce in questa stagione
L’elenco degli errori arbitrali patiti dal Lecce in questa stagione è lungo. Ve lo diciamo in anteprima qualora non abbiate 5 minuti per leggere questo pezzo. Vi capiamo anche se non avete voglia e pazienza di rivivere, attraverso le nostre parole, quello che i giallorossi hanno subito in questo campionato.
Attenzione, lo facciamo oggi e non ieri perché nel post partita abbiamo cercato di analizzare quanto più possibile i ’95 minuti di gioco, evitando di trovare scuse per l’ennesima sconfitta rimediata dai salentini. Ovviamente, però, per dovere di cronaca, non possiamo esimerci dal segnalare anche quanto succede al di là degli errori tecnici e tattici dei protagonisti in campo. Anche perché se non lo facciamo noi, state certi che non lo farà nessuno.
Insomma, partiamo con l’elenco, giornata per giornata, nella speranza di non perderci per strada episodi chiave, che hanno condizionato l’andamento delle partite del Lecce.
Vi segnaliamo solo quelli decisivi, perché dovessimo cercare errori con il lanternino allora avremmo avuto bisogno di due giorni per scrivere l’articolo e voi di altrettanto tempo per leggerlo. Non ne vale la pena.

Seconda giornata (Inter-Lecce)
Molti lo avranno persino rimosso, tanto è fresca la rabbia che circola ancora libera nel nostro corpo dopo la partita di sabato, eppure il rigore assegnato all’Inter per una trattenuta di Gaspar ai danni di Thuram è parso all’epoca e pare pure oggi molto molto generoso. Più che altro perché poi di contatti del genere ne abbiamo visti parecchi, sia nelle partite del Lecce che nelle altre, ma mai nessuno è sfociato in un penalty. Chissà, forse avranno cambiato il regolamento dopo quell’errore. Di solito, funziona così.
Sesta giornata (Milan-Lecce)
È finita 3 a 0 ci diranno i più cinici ed avranno persino ragione loro. Però, non possiamo dimenticare che i 5 minuti di follia, per colpa dei quali il Lecce ha buttato all’aria la partita in esame, hanno avuto il loro inizio a causa di una punizione totalmente inventata dal direttore di gara di quel match.
Se non lo ricordate, e ci auguriamo che sia così, vi rammentiamo al volo l’episodio: Dorgu e Leao si strattonano. Anzi, il secondo butta per terra il primo ma per l’arbitro è fallo del giallorosso. Dalla conseguente punizione Morata porta avanti il Milan. 1 a 0 rossoneri, buio totale ed altri due gol incassati in 5 minuti. Avremmo perso lo stesso? Sì. Intanto, gradiremmo che le punizioni non vengano invertite, poi si vede tutto il resto.

Ventitreesima giornata (Parma-Lecce)
Sembra strano ma nel mezzo non ci sono stati episodi che hanno fatto gridare allo scandalo. Insomma, qualcosa sarà successa ma se ti chiami Lecce e giochi in Serie A te lo aspetti pure. Non è vittimismo, è realismo e contraddirci mentre scriviamo un articolo del genere non conviene a nessuno, vi avvisiamo.
Nel frattempo, evitiamo di tergiversare e torniamo a raccontare gli e/orrori arbitrali che hanno condizionato il cammino dei giallorossi. Qui troviamo un calcio di rigore assegnato al Parma per un tocco di braccio di Baschirotto, dopo un contrasto nel cuore dell’area di rigore. Non è tanto per il tocco che alla fine c’è pure, ma per il metro di giudizio poco chiaro. Non si capisce quando il tocco è considerato volontario o meno (come se un difensore voglia volontariamente colpire il pallone con le mani in area) e quanto sia importante l’entità del tocco. Diciamolo sinceramente: si capisce poco. Ed intanto ogni arbitro fa un po' come gli pare, tanto alla fine che ci stiamo giocando?!
Ventiseiesima giornata (Lecce-Udinese)
Da questo momento in poi le immagini, le vostre e le nostre, sono più nitide. È tutto accaduto negli ultimi due mesi, tutto ancora vivo dentro di noi. Lecce-Udinese è il motivo per il quale a fine stagione in Via Costadura arriverà la solita lettera di scuse da parte dell’Associazione Italiana Arbitri. In quel momento, scuse utili quanto un caminetto a ferragosto. Per chi non lo ricordasse, Jean nel saltare colpisce leggermente Lovric che, dal canto suo, cade per terra come se lo avesse colpito un cecchino. Il direttore di gara dell’incontro inizialmente lascia correre. Poi, richiamato dal VAR, torna sui suoi passi ed assegna calcio di rigore. Inspiegabile ancora oggi a più di due mesi di distanza ma tant’è. E non ci possiamo fare niente.

Ventisettesima giornata (Fiorentina-Lecce)
Vorremmo essere ottimisti come quei tifosi che ti incontrano per strada e, commentando un errore arbitrale della giornata precedente, si dicono convinti che in quella successiva l’arbitro compenserà lo sbaglio del collega. È incredibile perché pare non abbiano mai tifato Lecce e non abbiamo mai visto più di due partite di fila dei giallorossi. Però sì, invidiamo la loro sete di giustizia. Noi, qui, muoriamo di sete.
In Fiorentina Lecce non è successo nulla di clamoroso, eppure sull’1 a 0 per i padroni di casa, durante ancora il primo tempo, l’attaccante viola Beltran avrebbe dovuto lasciare il campo per un doppio giallo netto. Il centravanti argentino, già ammonito, frana addosso a Pierret ma il direttore di gara, a due passi dall’accaduto, non estrae il secondo giallo. Sembra follia a rivedere le immagini ma è realtà.
Trentesima giornata (Lecce-Roma)
Questo episodio ha fatto discutere parecchio ed alla fine non si è arrivati nemmeno ad una conclusione. La spallata di Dovbyk ai danni di Baschirotto è netta ma i dubbi rimangono. Il difensore giallorosso cade perché corre all'indietro ed incontra sulla sua strada il fisico imponente del centravanti avversario. Diciamo che forse è il meno clamoroso di tutti gli episodi ma pure in questo caso avesse fischiato fallo in favore del Lecce nessuno avrebbe gridato allo scandalo.Nel dubbio, però, sembra che la scelta propenda per gli altri. Coincidenze?

Trentunesima giornata (Lecce-Venezia)
Minuto ’88 di Lecce-Venezia, uno scontro diretto di importanza capitale nell’economia della stagione dei giallorossi e dei lagunari. Il difensore ospite Candè si rende protagonista di una giocata molto rischiosa nei pressi della sua area di rigore. La palla si impenna e lui per stopparla, con N’Dri praticamente attaccato, la tocca prima con il petto e poi con il braccio. A quanto pare, da regolamento – il regolamento che viene vivisezionato in ogni suo comma in ogni partita del Lecce – se il pallone colpisce prima una parte del corpo e poi il braccio o la mano non è calcio di rigore. Secondo questa regola, quindi, un calciatore può stoppare di petto e poi spazzare via di bagher. Tutto è lecito se il primo tocco avviene con una parte del corpo che non sia il braccio. Forse è meglio non dirlo ai nostri, non sia mai che poi ci sia un’altra interpretazione ancora non emersa.
Infine, quanto successo sabato in Juventus-Lecce. Siamo arrivati alla fine di questo lungo elenco un po' nauseati da quanto raccontatovi. Abbiamo scelto volutamente di non inserire nomi e cognomi dei fischietti coinvolti per evitare di puntare il dito contro qualcuno in particolare. Tanto qui ci sembra che tutto vada al di là del direttore di gara della singola partita.
Secondo voi questo articolo risolverà il problema e dalla prossima partita non vivremo più serate come quella di sabato? La risposta è assolutamente no. Però questo, tutto questo, dovrebbe smuovere le coscienze. No, non quelle di chi decide, di chi sceglie e forma gli arbitri e di chi porta avanti il carrozzone chiamato calcio. Le nostre coscienze, quelle dei tifosi del Lecce, quelle di chi sabato sera si è sentito derubato, preso in giro, pure un po' ridicolizzato e nel letto si è dovuto girare e rigirare per un po' prima di prendere sonno.
Il Lecce è ancora artefice del proprio destino. Sarà dura, sembra impossibile ma forse è per momenti del genere se tutti tifiamo questa squadra. Insieme, uniti, incazzati e cattivi.
Per la salvezza. Per la storia. Per dimostrare all’Italia intera che questo club è più forte di tutto. Per il Lecce. Più di tutto per il Lecce.