Olivieri che combini? La partita nella partita
IL NOSTRO PUNTO DI VISTA
Prima di dire quello che vogliamo dire, ci piacerebbe ritornare un attimo indietro nel tempo. È facile farlo perché parliamo di pochi mesi fa ed i ricordi sono ancora belli vividi nella nostra testa.
A causa dell’assenza per infortunio di Massimo Coda, Marco Olivieri ha giocato titolare per un bel po' di partite, con Baroni che, per via dell’emergenza, lo ha schierato al centro dell’attacco, preferendo le sue caratteristiche a quelle di Pablo Rodriguez.
L’attaccante scuola Juventus si è impegnato, ha provato in tutti i modi a sbloccarsi, a Pordenone ha preso anche un palo, ma non è mai riuscito a gonfiare la rete. Il popolo salentino, una parte almeno, dopo ogni pareggio o sconfitta ha trovato in lui il capro espiatorio al quale addossare le colpe della mancata vittoria.
Abbiamo voluto riavvolgere il nastro solo per provare a capire effettivamente cosa abbia spinto il centravanti ora al Perugia ed esultare in questo modo ieri. Probabilmente tutti avremmo avuto la sua reazione dopo il gol e chi dice il contrario o mente o non ha mai giocato nemmeno una partita a carte con sua nonna.
Ora, tutto questo lo abbiamo scritto per ricordare ai tifosi che lo hanno criticato che il ragazzo ha 22 anni ed a quell’età è impossibile imporsi se non si sente la fiducia nei propri confronti. A Perugia, invece, ha trovato l’ambiente giusto, il modulo adatto ed una piazza che lo sta coccolando davvero, applaudendolo anche quando commette qualche errore.
Tutto giusto insomma. Gol, esultanza e rivincita. Poi, però, Olivieri ha esagerato ed a noi non è piaciuto assolutamente quello che è accaduto quando la palla era ferma.
Prima di ieri non lo avevamo mai visto protestare così vibratamente con l’arbitro, né durante le sue avventure precedenti, né a Lecce e men che meno nelle prime sfide disputate con la maglia del Perugia. Poi, come se non bastasse, ha litigato, si fa per dire ovviamente, con i suoi ex compagni di squadra, che ad un certo punto, infastiditi dal suo atteggiamento, gli hanno chiesto a chiare lettere cosa stesse combinando.
I gesti, le risate, le polemiche, tutto questo fa parte del calcio ma quando si oltrepassa il limite è giusto farlo notare, anche perché a quell’età si deve ancora imparare del tutto a tenere a bada le emozioni.
Da oggi, dopo questo pezzo, non vogliamo più parlare di questo calciatore che rappresenta ormai il passato. Lecce deve voltare pagina insieme ai suoi ragazzi. Sabato arriva il Brescia e la rabbia per il pareggio di ieri deve trasformarsi in energia positiva da utilizzare per battere le Rondinelle in questo importante scontro diretto.