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Per valutare la bontà dell'operato di Marco Giampaolo, molti tifosi e addetti ai lavori si stanno appellando al suo passato e a questi famosi 8 esoneri in carriera. Contestualizzandoli però, viene fuori un quadro leggermente diverso da quello descritto dal suo curriculum.

Nell'estate del 2020, quello del Covid per intenderci, Cairo e Vagnati pensano a lui per il Torino, salvo poi esonerarlo a Gennaio con la squadra in terz'ultima posizione. Andando a cercare informazioni sulla cronaca di quel periodo, ci siamo imbattuti su un articolo di Toro News che titola così: “Torino-Giampaolo, l'allenatore giusto al momento sbagliato: un flop non solo suo”.

Di cosa parla questo pezzo? 

Innanzitutto parla del pregiudizio che Giampaolo si porta dietro, e dello scetticismo generale che c'era nei suoi confronti alla vigilia della stagione:

Ebbene sì: già alla vigilia della sua avventura sulla panchina del Torino, i dubbi di tifosi e addetti ai lavori nei confronti del nuovo tecnico erano molti. Dubbi legati principalmente al fatto che non c'erano le condizioni per varare la rivoluzione tecnico-tattica che Cairo e Vagnati volevano: dall'assenza di un ritiro vero e proprio al poco tempo tra le due stagioni, passando per il fatto che sarebbe servito rivoltare la rosa che si era salvata a due giornate dalla fine l'anno precedente per poter permettere a Giampaolo di impiantare il suo credo calcistico, da tanti considerato eccessivamente "dogmatico". Il cosiddetto "Maestro" ha poi dimostrato di non essere un integralista a tutti i costi, ma era ormai troppo tardi.

Poi prosegue con il fatto che la Rosa messa a disposizione del tecnico mancava di elementi chiave del suo credo tattico come regista basso e trequartista:

ALIBI - Molto difficile dire che le colpe di questa prima metà di stagione da retrocessione del Torino siano solo di Giampaolo, che in effetti più di qualche alibi a cui aggrapparsi ce l'ha. A partire dall'ultimo mercato estivo operato dalla società: un mercato rivelatosi completamente inadeguato alle necessità del mister che, al di là delle dichiarazioni pubbliche ai giornalisti, non avrebbe certo disdegnato l'arrivo di un regista e di un trequartista di ruolo. Due posizioni di campo che l'ex mister di Milan e Sampdoria ha provato dapprima a "tappare" con Rincon e Lukic, per poi arrendersi all'evidenza dei fatti e abiurare quel 4-3-1-2 tanto caro da una vita intera per un più mazzarriano 3-5-2. Già quello, probabilmente, avrebbe dovuto essere un chiaro campanello d'allarme per tutti.

Chi era quel trequartista mancante? Vi sveliamo un retroscena di cui vi parleremo in un secondo momento: si tratta proprio di Marchwinski, oggi a disposizione di Giampaolo nel Lecce.

L'articolo prosegue poi con le colpe del tecnico e una chiosa finale:

COLPE OGGETTIVE - Ma, detti gli alibi, ci sono anche le colpe oggettive imputabili al tecnico. Su tutte quelle relative alle prestazioni e ai punti raccolti dal suo Toro: 13 in 18 giornate, con una media di 0,72 punti a partita e ancora nessuna vittoria casalinga in campionato. Il tempo per migliorare le cose c'è stato ma la scintilla giusta non è mai scoccata. Che dire poi delle enormità di rimonte subite da Belotti e compagni: una brutta abitudine che la squadra si portava dietro dalla stagione precedente, ma sulla quale Giampaolo non è stato in grado di incidere in alcun modo. In ultima istanza, si può dunque dire che Marco Giampaolo al Torino non è stato altro che l'allenatore giusto al momento sbagliato. Già alla fine del calciomercato era chiaro che il tecnico abruzzese avrebbe fatto molta fatica e il finale è stato quello annunciato.

 

 

 

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