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Si sono parzialmente conclusi i test estivi del Lecce in preparazione del prossimo campionato di Serie B.
I giallorossi hanno fatto ritorno dal ritiro di Folgaria, scenario di 4 match amichevoli, e ora nel Salento continueranno a mettere benzina nelle gambe, per poi partire in direzione Olanda nel prossimo weekend, quando saranno protagonisti di un ulteriore incontro con il club amico Heerenveen.

I salentini guidati dal nuovo tecnico Marco Baroni hanno collezionato tre vittorie contro il Sinigo (terza categoria), il Rovereto (promozione) ed il Vicenza (Serie B), mentre si sono fermati al pari con il Legnago (Serie C). In totale 19 gol fatti e 0 subiti.

Sul calcio di luglio ci sono due ben distinte scuole di pensiero: chi rifiuta a priori di vedere le partite in quanto poco indicative, e chi le guarda con la lente di ingrandimento per poi compiere avanzate analisi tecnico tattiche, condannando i singoli e storcendo il naso davanti agli acerbi schemi di gioco.

In questo editoriale non ci schiereremo da nessuna delle due fazioni e compiremo un’analisi più completa possibile, evidenziando segnali sia positivi che negativi, argomentandoli, ma soprattutto facendolo con equilibrio, perché le somme si tireranno a fine maggio e non l’1 agosto.

SISTEMA DI GIOCO - Partiamo dal modulo attorno al quale si muoverà il nuovo Lecce di Baroni: il 4-3-3.
Una disposizione tattica che dice tutto e non dice niente, perché è talmente versatile che dipende tantissimo dai concetti che il singolo tecnico vuole imprimere al proprio 11. Innanzitutto non è vero che il 4-3-3 sia un modulo sterile o “passato di moda”; basti pensare che lo utilizzano Guardiola, Klopp e Sarri, giusto per citarne qualcuno.
È da considerare una fondamenta valida sulla quale costruire un impero con le proprie idee.
Parte della filosofia di Baroni l’abbiamo vista: difesa alta, aggressività e ricerca del dominio del gioco.
È indubbio come ci sia da lavorare sulla fase offensiva, lo afferma il mister stesso, ma siamo all’1 agosto e mancano alcuni interpreti. Già una convincente fase difensiva è una buona tappa raggiunta.

Ora passiamo al più grande oggetto di dibattito: perché cambiare sistema di gioco se l’organico iniziale era improntato sul 4-3-1-2?
A questa questione ha risposto in tempi non sospetti anche il direttore Corvino e segnalo una delle sue motivazioni che più mi ha convinto, ovvero la continuità con il settore giovanile. Il Lecce com’è noto intende creare un meccanismo per il quale nel giro di un paio di anni si “auto-gestirà“, integrando in prima squadra i gioiellini della Primavera. Una formazione quella di Vito Grieco che ha ottenuto un ottimo successo quest‘anno giocando con un modulo differente dai “grandi”. Tra i trascinatori della promozione in massima serie è necessario citare Oltremarini e Felici due…esterni. Per non parlare di Milli, protagonista nell’U17, già integrato nel ritiro, anche lui…esterno.
Quindi la prima squadra deve dipendere dal settore giovanile? Si e no. Di sicuro è davanti agli occhi di tutti che dopo la disavventura avvenuta nel mese di maggio con Corini c’era la volontà di voltare pagina da parte degli alti piani societari (oltre che della tifoseria) ed il Lecce ha deciso di cambiare in grande.
Anche perché non sta scritto da nessuna parte che una squadra debba conservare lo stesso modulo per decenni. I salentini sin dai tempi della C con Liverani adottavano il 4-3-1-2, ma ciò non significa che fossilizzarsi su questa scelta sia la cosa giusta.
Quindi sarà 4-3-3 e vi sveliamo un segreto: il mercato è ancora aperto e verranno acquisiti altri esterni di ruolo.

I SINGOLI - Giudizi negativi qua e là: “non sa saltare l’uomo”, ”non corre“, “non può fare l’ala“.
Sì, stiamo parlando della grandissima accoglienza riservata da parte della piazza leccese a Marco Olivieri.
Oggetto di critica è il suo piazzamento in campo, in quanto il Lecce senza saperlo avrebbe preso una seconda punta e non un’ala.
Il ragazzo in carriera si è messo in mostra nella Juve U23 da esterno sinistro e successivamente, per fare esperienza, ha collezionato un prestito all’Empoli, dove, a causa del sistema di gioco di Dionisi e delle gerarchie ben delineate (Mancuso, La Mantia, Moreo, Matos ecc.) si è mosso al fianco di un altro centravanti.
Un percorso chiaro e sottolineato dallo stesso Olivieri in conferenza con la diretta constatazione “io mi sento esterno“. 
Il dibattito dovrebbe quindi soffermarsi su un altro aspetto: l’ex Juve sta soffrendo i carichi di lavoro? Tantissimo
È chiaramente in difficoltà, come lo è lo stesso Coda
Ma dato che non ha senso criticare il nostro centravanti da 22 gol in quanto sappiamo benissimo il perchè della sua rigidità in questo frangente di preparazione, perché farlo con Olivieri?
 

Si storce il naso anche sulla rivalutazione di Vera, dimostratosi più maturo del solito in questo ritiro. Come se Baroni lo considerasse una valida alternativa a Gallo solo perché non ha mercato, quando anche lo stesso Benzar non è richiesto ma, come si è visto, il Lecce ha tesserato comunque due terzini destri, escludendolo senza problemi dal giro dei titolari.
Per chiudere il reparto difensivo sono da evidenziare gli ottimi spunti di Bjarnason, difensore fisico e molto giovane che emergerà nel percorso; la sicurezza di Tuia, pulito in fase difensiva ed in sintonia con Lucioni, quest’ultimo carico per un’altra stagione in giallorosso.
Pisacane si è visto poco a causa dei suoi problemi personali, Meccariello bene col Vicenza ma potrebbe salutare in direzione Ternana, e da apprezzare lo sforzo di Monterisi, in Primavera leader da centrale ed in questo ritiro disponibile da laterale.
Calabresi e Gendrey, i due nuovi terzini destri, non li abbiamo ancora visti, mentre Gallo a sinistra continua a sfrecciare sulla fascia lanciando ottimi segnali. Può essere l’anno della sua consacrazione.

Adesso il centrocampo. Partiamo da Blin, vertice basso e nuovo arrivato. Si è mostrato solido e pulito in fase difensiva, timido in avanti con poche verticalizzazioni. Per lui (come per tutti alla fine) giudizio sospeso da questo punto di vista, perchè gioca in un ruolo delicato e lavora sugli schemi di un nuovo allenatore da 3 settimane, quindi potrebbe tranquillamente non essere ancora nei meccanismi.
Davanti al francese abbiamo trovato nei primi tre impegni Hjulmand e Majer, successivamente contro il Vicenza Henderson al fianco del danese. Perchè effettivamente il primo trio è risultato un po’ sterile in avanti, ed un giocatore come lo scozzese serve sempre, ma la scorsa stagione ci ha insegnato una cosa: Liam ha bisogno di fiducia.
Pronti a subentrare Bjorkengren, che ha raccolto i complimenti del proprio mister in conferenza e Mancosu, ancora non al top della forma ma molto utile per le sue indiscusse qualità tecniche.
Molto bene Vulturar, indiscutibilmente il futuro di questa squadra; il classe 2004 sarà il perno del centrocampo della Primavera ed il suo percorso è segnato: lo aspettiamo in cabina di regia tra i grandi nel giro di due anni. 
Così come aspetteremo Maselli che non risparmia mai una goccia di sudore e potrebbe andare a farsi le ossa altrove.
Sarà intrigante rivedere Helgason. L’islandese è con la squadra da circa 10 giorni e, nonostante in patria si sia messo in mostra come centrocampista offensivo, nei test pre-campionato ha fatto vedere giocate interessanti da esterno offensivo. In che posizione giocherà? Ultima parola a Baroni, di sicuro è una pedina da non sottovalutare.

Passando agli esterni offensivi (di Olivieri abbiamo già parlato ampiamente in precedenza) non si può trascurare Listkowski.
Il polacco la scorsa stagione è stato tormentato dagli infortuni, ora sembra in ottima forma e reputo che il ruolo di ala sinistra gli si addica molto bene. È un fantasista che deve potersi esprimere dove c’è più ampio margine di azione; ha tutte le carte in regola per farci divertire nei prossimi mesi.
Paganini, è noto, non è imprescindibile per il Lecce. Fu inserito nella famosa lista dei partenti ed i salentini acquisteranno a prescindere dal suo futuro un esterno destro titolare. Ha già lavorato con il suo attuale allenatore anche se in un altro ruolo (esterno di centrocampo in 3-5-2). Sembra volersi giocare le proprie carte dopo un’annata monotona e, se dovesse riuscire ad esprimersi, sarebbe semplicemente un bene per tutti.
Riguardo il giovane Burnete, stesso discorso di Vulturar: ha qualità ed è un 2004, arriverà il suo tempo.
Per chiudere il cerchio, capitolo Rodriguez. Un acceso dibattito ha caratterizzato il post Lecce-Sinigo: Pablo esterno? No, meglio punta.
E difatti Baroni lo ha schierato centravanti successivamente.
Lo spagnolo in entrambi i ruoli ha incontrato difficoltà, sintomo del lavoro che dovrà compiere in sintonia col proprio tecnico nei prossimi giorni. Rodriguez è un grande lavoratore e, a tempo debito, saprà mettersi in mostra, confermando quanto mostrato la passata stagione.

In sintesi? Segnali positivi ed interrogativi. Decisamente più i primi dei secondi. Il Lecce continuerà a lavorare ad Acaya per farsi trovare pronto il 22 agosto a Cremona nella prima giornata di Serie B. 
Con fiducia, si può fare bene.

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