Gravina sulla Serie A: "Prima o poi il format cambierà"
Le parole del presidente della FIGC riguardo i possibili cambiamenti del nostro campionato
Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha rilasciato una lunga interviata a Radio Rai 1, durante la trasmissione televisiva “Radio anch’io sport”, parlando delle possibili riforme che attendono la nostra Serie A:
Ho ricevuto con grande piacere Milan, Juventus, Inter e Roma- È un tema importante che si offre alla nostra valutazione: l’intasamento di date e calendari. Prima o poi si arriverà comunque a rivedere il format anche in Serie A. La Germania lo ha già fatto, la Francia l’anno prossimo andrà a 36 tra prima e seconda divisione. Ma mi auguro che avvenga in autodeterminazione e autonomia delle singole componenti. Ma in questo momento voglio concentrarmi per trovare un accordo sulle riforme economico-finanziarie.
Il concetto di riforma richiede disponibilità al cambiamento e cambiare richiede confronto e coraggio. La risposta concreta a una situazione che di fatto non palesa una capacità evolutiva in positivo. Ma sono fermamente convinto che il calcio italiano stia facendo finalmente un’analisi approfondita su quello che bisogna cambiare per la stabilità e la competitività. Le fibrillazioni degli ultimi giorni sono positive perché vuol dire che la scossa è stata data, l’assemblea ha smosso tutti da una sorta di torpore e di rassegnazione. La riforma serve.
Sicurezza del calcio italiano
Il primo obiettivo adesso è dare stabilità finanziaria al movimento:
Il primo obiettivo è di mettere in sicurezza il calcio italiano dalla instabilità finanziaria, l’eccessivo indebitamento e la scarsa patrimonializzazione. Prima di innovare, dobbiamo risanare. E uscire dalla logica che blocca il sistema sull’ipotesi 20 o 18 squadre, logiche di contrapposizione e immobilismo che non sono condivisibili. Abbiamo stilato un cronoprogramma per confrontarci per trovare punti di contatto. Per fortuna abbiamo raggiunto una condivisione sul punto che il calcio ha bisogno di darsi una regolata. Abbiamo ancora delle divergenze che riguardano il format, abbiamo delle criticità legate al numero di squadre professioniste, con tre livelli con tre leghe professionistiche, l’unico esempio del mondo.