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di Tommaso Miceli Io non sono né di Lecce né un tifoso del Lecce, sono semplicemente un appassionato di Calcio, però quello vero bello e fantasioso ante l’ubriacatura tattica che lo ha amaramente e tremendamente inaridito nell’era postsacchiana. Premesso ciò, mettendomi nei panni dei tifosi del Lecce posso ben comprendere il loro sconcerto dopo la partita con la Fiorentina che sembra aver fatto svanire l’idea che la squadra con le ultime due partite contro Lazio e Cagliari si fosse ritrovata. L’analisi proposta da mister Liverani appare scarsamente convincente: l’alibi della stanchezza in virtù delle partite disputate ogni 3 giorni non regge perché anche gli avversari hanno giocato ogni 3 giorni. La lamentela per i troppi infortunati che lo ha costretto a portare alcuni giocatori della Primavera in panchina non regge, perché nello sciagurato primo tempo in cui è maturato lo 0-3 non c’era alcun Primavera in campo. Vero è invece, a nostro avviso, che Lazio e Cagliari sono stati avversari “morbidi” - in quanto il primo in scarso momento di forma e il secondo demotivato da obiettivi di classifica - e ciò ha nascosto due problemi essenziali dell’11 salentino: la fluidità della manovra offensiva e la capacità di copertura nella fase di non possesso. Questi due problemi del “motore” del gioco dei giallorossi scaturiscono, a nostro avviso, da un “semplice” errore tattico: il modulo con il tridente offensivo. Questo modulo, per risultare efficace, richiede che i due attaccanti esterni abbiano caratteristiche specifiche, che né Farias né tantomento Mancosu hanno per ricoprirlo. Peraltro, contro la Fiorentina è un modulo che ha costretto i 3 centrocampisti a un lavoro improbo nella fase di non possesso, in quanto i due attaccanti esterni spesso pressavano alto “a vuoto”, lasciando centrocampo e difesa in balia delle ficcanti azioni viola. E adesso la buona notizia: rimediare è molto semplice. Basta sistemare Mancosu nel vertice alto del centrocampo e assegnare a Farias il ruolo di seconda punta libero di svariare a piacimento su tutto il fronte di attacco: cioè collocare i due giocatori nei loro ruoli naturali. In questo modo, avremmo un solido centrocampo a 4 disposto a rombo che potrà difendere compatto e con semplicità nei movimenti dello “scivolo”, e capace di poter manovrare con sicura efficacia dato l’ottimo tasso tecnico dei centrocampisti giallorossi. E avremmo una coppia di attaccanti che potranno giocare in modo efficacemente complementare, con un centravanti centrale e uno di movimento che riceveranno l’adeguato supporto da un centrocampo tonico e di qualità. Naturalmente, il recuperato Lapadula dà molte più garanzie dell’evanescente Babacar, e ancor meglio sarebbe, a nostro avviso, provare in avanti la coppia Falco-Farias per un attacco all’insegna della tecnica e della fantasia, sempre molto difficili da arginare per qualunque difesa. In ogni caso, qualunque sia la scelta della coppia d’attacco, è necessario puntare sul modulo più semplice possibile, perché la regola aurea che si insegna ai ragazzi fin dai pulcini è “gioca semplice”, e quella regola può davvero risolvere i problemi del nostro amato Lecce, fin dalla supersfida contro il Genoa, che bisogna almeno non perdere per poter restare aggrappati al sogno salvezza.
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