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Tutti gli allenatori, anche quelli meno legati ad un solo sistema di gioco, ad inizio anno stabiliscono, quantomeno mentalmente, una loro formazione ideale, un undici con il quale scendere in campo nella maggior parte delle partite, senza tenere conto di infortuni e squalifiche che possono senza dubbio condizionare il cammino di una squadra.

Vale anche per Gotti

La premessa iniziale vale anche per Luca Gotti, un allenatore che ci ha abituato a cambiare molto, spesso anche in base all’avversario di turno, ma che in questa stagione, anche a detta di Pantaleo Corvino, ha deciso di puntare sul 4231, un modulo che può mettere in risalto le caratteristiche di tanti dei protagonisti della formazione giallorossa. 

L’undici iniziale

Nell'undici iniziale che Gotti aveva immaginato per il suo Lecce, di sicuro troviamo in porta Wladimiro Falcone, un estremo difensore che è diventato un punto di riferimento sia dentro che fuori dal terreno di gioco.

Davanti a lui la coppia composta da Baschirotto e Gaspar, con Jean e Bonifazi a rappresentare le prime alternative in caso di infortuni e squalifiche, e sugli esterni Guilbert a destra e Gallo a sinistra, sempre almeno con un uomo per ruolo come alternative.

A centrocampo le varianti sono tante, sebbene due tra Coulibaly, Ramadani e Pierret sembrino sempre i più accreditati ad una maglia da titolare. Poi ci sono varie opportunità, tra cui Rafia, Berisha e presto anche il ritorno di Kaba. 

Sull’esterno Banda a destra e Dorgu a sinistra rappresentano le scelte iniziali. Il primo è mancato tanto a Gotti dal suo arrivo a Lecce. Lo scorso anno non c’è praticamente mai stato nelle 10 partite disputate con il mister in panchina, mentre quest’anno pare non aver ancora smaltito i postumi dell’operazione.

patrick dorgu

Il laterale danese, dal canto suo, è un autentico jolly, dato che Gotti lo schiera un po' ovunque, nonostante abbia dimostrato di rendere al meglio da esterno sulla fascia sinistra, davanti a Tonino Gallo.

Poi, davanti, probabilmente l’intenzione del tecnico è sempre stata quella di puntare su una seconda punta, un trequartista all’occorrenza bravo anche a determinare con l’ultimo passaggio. La coppia Krstovic-Rebic, al momento, sembra la cosa più vicina alla coppia dello scorso anno composta sempre dal centravanti montenegrino insieme a Piccoli, senza dimenticare Marchwinski, Pierotti, Rafia, Oudin, Berisha e pure Hasa, tutti giocatori che possono rappresentare ottime possibilità accanto al centravanti.

Nel ruolo di punta, invece, esattamente come nella passata stagione, Gotti ha dimostrato di credere parecchio in Nikola Krstovic, un centravanti che deve ancora maturare in fase realizzativa ma che è già cresciuto parecchio in questo anno e mezzo di Serie A.

Un'analisi necessaria 

Tutto questo per dire che Gotti, fino ad oggi, non ha mai schierato la formazione ideale, l’undici con il quale immaginava di affrontare buona parte del campionato. Questa analisi non vuole regalare scusanti al mister anche perché non crediamo ne abbia bisogno. 

L’obiettivo, al contrario, è quello di porre l’accento su una questione delicata come la crescita di un gruppo nuovo, che in molti casi non è riuscito ad esprimersi al massimo per via di defezioni che hanno impedito a Gotti di schierare i giocatori nel loro ruolo naturale, snaturando così le loro caratteristiche. 

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