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Da quando Pantaleo Corvino è ritornato a lavorare nell’Unione Sportiva Lecce come Responsabile dell’Area Tecnica, due sono state le linee guida che ha intrapreso la società di Via Costadura per provare a ritornare in Serie A attraverso un calcio sostenibile: patrimonializzazione e riduzione del monte ingaggi.

Certo, lo scorso anno non era facile attuare questo tipo di politica, perché il calciomercato, causa Covid e chiusura ritardata del campionato precedente, è durato solo un mese e poche società hanno deciso di investire sui calciatori giallorossi, spaventate dall’incertezza dovuta alla pandemia.

I soci, quindi, nella scorsa stagione hanno deciso di mantenere un tetto ingaggi molto alto, che si aggirava intorno ai 13 milioni di euro, trattenendo così i giocatori più esperti e tentando la scalata alla massima serie.

Purtroppo, sappiamo tutti molto bene come è finito lo scorso campionato, sebbene i giallorossi siano stati autentici protagonisti ed a quattro giornate della fine erano a pochi passi dal traguardo tanto ambito.

In ogni caso, già nelle sessioni di mercato della stagione 2020/2021 la dirigenza giallorossa ha provato ad attuare le linee guida che si era preposta, portando a Lecce giovani di valore e cedendo i calciatori ormai a fine ciclo, che però incidevano parecchio sul bilancio societario.

Questo rinnovamento, in realtà, è stato compiuto specialmente nell’estate appena trascorsa, durante la quale Corvino e Trinchera hanno lavorato sodo per costruire a costi minori una squadra altrettanto competitiva.

I risultati di questo duro lavoro sono emersi durante l’approfondimento condotto da La Gazzetta dello Sport oggi. La Rosea, infatti, ha indicato il monte ingaggi di tutti i club di Serie B attraverso una classifica. Il Lecce in questa graduatoria si trova al sesto posto, a pari merito con il Brescia, a quota 11.6 milioni.

La società salentina rappresenta una delle tre squadre che sono riuscite a ridurre il monte ingaggi, nella fattispecie l’abbassamento è di circa 1 milione e 350 mila euro.

Dall’analisi sul budget emerge che degli 11.6 milioni di euro, circa 9.594.258 rappresentano costi fissi, mentre gli altri 2.024.000 costi variabili, intesi cioè come bonus a vario titolo.

Ora la strada da fare è ancora lunga e faticosa ed una promozione in Serie A cambierebbe le carte in tavola, permettendo alla dirigenza salentina di respirare aria nuova. Il Lecce ha iniziato un progetto e per questo ci vogliono pazienza e coraggio. La prima non deve mancare soprattutto ai tifosi che devono sostenere questo tipo di calcio, anche perché è l’unico che può permettersi una realtà come la nostra. Il secondo non manca né alla squadra né alla dirigenza e proprio con questo coraggio si proverà a scrivere ancora una volta pagine di storia di questo glorioso club.

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