Sono storie fuori dal tempo. Sono storie che possono essere raccontate come se fossero delle moderne favole. Questa è la storie di
Andrés Perales, un ex portiere del Malaga, oggi 83enne.
Dopo aver smesso i guantoni, Perales è stato anche autista ufficiale del club spagnolo, ma anche giardiniere, ufficiale di campo, guardia di sicurezza e massaggiatore. Qualsiasi cosa pur di non allontanarsi da quella che era considerata la sua famiglia. D'altra parte, anche la sua casa è all'interno dello stadio
La Rosaleda, subito dopo i parcheggi interni dell'impianto sportivo. Con lui vive il figlio, di 40 anni più giovane.
Oggi i due vivono la loro quarantena lì dentro ma con un groppo alla gola che non finisce più:
"Sono abituato alle partite, agli allenamenti e ora ci sentiamo soli. Andy (il figlio), il cane e io. Mi fa male vedere lo stadio vuoto", ha dichiatato a
El Pais, aggiungendo:
"Quando fa bel tempo vado a passeggiare sul campo da gioco".
L'ex campione del Malaga vive nello stadio dal 1989, da quando il club chiese a Perales se volesse andare a vivere in una delle celle costruite per il Mondiale del 1982, adibendole chiaramente in abitazione. Lui disse di si, anche perché era già il custode dello stadio.