Non è mica dai gol che segna che si giudica un attaccante
COLOMBO
Una storica canzone della musica italiana ci ha sempre detto che un giocatore non si giudica per un calcio di rigore sbagliato. Ecco, oggi noi vorremmo aggiungere una piccola strofa a quel pezzo, scrivendo che un attaccante non si giudica soltanto dal numero dei gol che segna.
Lorenzo Colombo è giovane, ha tanto da migliorare ma ora è la punta di riferimento del Lecce di Baroni, anche perché Persson ha preso da poco confidenza con il massimo campionato italiano, dopo una stagione da protagonista in Primavera, e Ceesay è alle prese con un problema al ginocchio che ci auguriamo non lo tenga ai box per molto tempo.
L’attaccante scuola Milan, in ogni caso, a Cremona ha giocato una buona partita, con un primo tempo fatto di sgomitate e palle contese ed una ripresa di qualità, nella quale ha lasciato intravedere doti tecniche e fisiche importanti per un ragazzo della sua età.
Certo, ha avuto anche l’occasione di sbloccare il match di testa, su un ottimo assist di Gallo, ma l’ha sprecata, colpendo la sfera con poca convinzione.
Da lui, però, sono nate le occasioni più pericolose della seconda frazione di gioco, a parte i gol, con due serpentine che hanno impensierito non poco la retroguardia grigiorossa. Tra l’altro, in occasione della rete siglata da Strefezza, Colombo ha compiuto un ottimo movimento per aprire la difesa avversaria e permettere al brasiliano di infilarsi per poi concludere a rete.
Lorenzo non timbra il cartellino dalla sfida contro la Lazio ma segnare non deve diventare un’ossessione. Nelle ultime 3 sfide ha avuto diverse occasioni, eppure non è riuscito mai a buttarla dentro. Arriverà il momento giusto, quello nel quale festeggiare insieme ai tifosi giallorossi, ma nel frattempo è necessario continuare sulla strada del sacrificio per la squadra, compiendo quel lavoro che molti non notano ma che risulta fondamentale per il bene della compagine giallorossa.
Contro la Roma toccherà ancora a lui. Dovrà farsi trovare pronto contro una difesa parecchio fisica. A 20 anni deve mettere in campo un pizzico di sana incoscienza e tutto l’entusiasmo proveniente dall’ultima vittoria per imporsi e risultare decisivo.