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Lettera di un tifoso

Ciao Rafa,

ogni tanto mi viene da pensare che se i ricordi fossero un treno, esso non avrebbe una destinazione finale che costringa i passeggeri a scendere, ma sarebbe costruito per muoversi avanti e indietro per sempre. Sopra di esso il tempo non esiste, non ci si annoia mai e la permanenza è gratuita. Michel Foucault ha parlato di eterotopia per indicare quei luoghi in cui i rapporti logico-naturali della realtà sono sospesi, se non completamente modificati; il treno dei ricordi è la più straordinaria delle eterotopie: può essere creata di continuo nella nostra mente, spezzando i legami con la vita di tutti i giorni.

Ti scrivo questa lettera mentre sono sul treno fantastico perché lì, per me, tu stai ancora giocando e io sto andando a Roma con mio padre per vederti dal vivo come regalo di compleanno, tradizione che perdura da quando ero un piccolo amante del tennis. Gli Internazionali di maggio esistono solo per te, altrimenti che senso avrebbe andarci? Leggere il tuo nome sul programma del Campo centrale è un'abitudine, una prassi, una legge. Che importa dell'avversario: lo strapazzi sempre. Il tuo “vamos!", il tuo urlo ad ogni colpo, il tuo dritto lungolinea a rientrare sono stampati nella mia testa quando la sera, a cena, parlo di te con papà e ogni volta sorrido. Vincere dieci volte il torneo lo hai fatto solo tu, e mi prendo anche solo lo 0,1% del merito per averti sostenuto ad ogni punto, come se fossi lì accanto a te.

Tuttavia, a causa del continuo movimento, ogni tanto il treno dei ricordi si guasta e i passeggeri sono costretti a scendere e a ritornare, sia pure per pochi secondi, a guardare in faccia la realtà, che sa essere molto crudele. Quando ho visto il tuo video su Instagram in cui annunciavi il ritiro stavo andando in università e durante le lezioni non ho fatto altro che pensare a te. Non riesco a credere che non giocherai più, Rafa. Hai deciso di non venire più a Roma proprio adesso che ci vivo, e guardare una partita sulla terra calda del Centrale non provocherà più in me quella sensazione magica di star assistendo alla danza di un angelo caduto dal cielo. Un angelo muscoloso, spaventosamente temibile in campo ma, soprattutto, esemplare al di fuori. Almeno quest'ultima parte di te, concedimelo, è chiusa a chiave nel mio cuore, e non c'è guasto che tenga.

Con tutto il bene del mondo,

Lorenzo, un tuo tifoso

 

 

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