Il problema dell'attacco del Lecce non esiste
Le statistiche non mentono: è un Lecce che sa attaccare
‘Con una punta di ruolo, oggi saremmo a metà classifica’. ‘Serve qualcuno che la metta dentro’. ‘Siamo scarsi di uomini gol in avanti’. ‘Era meglio tenere Coda’. ‘Io avrei preso un’altra punta a gennaio, uno come La Mantia’.
Chissà quante volte abbiamo letto (sui social, nei forum, all’interno dei gruppi di discussione e persino nei gruppi su Whatsapp e Telegram) sfoghi di questo tipo. Chissà quante volte in tanti hanno pensato che poi non potesse essere così peregrina l’idea di un reparto offensivo diverso, di un centravanti differente da quelli che il Lecce può vantare in rosa, oppure di disporre di una macchina da gol la cui permanenza cozzerebbe, anche solo a pensarci, con un tasso di fattibilità che non può ignorare il fatto che siamo al cospetto (non dimentichiamocelo) di una neopromossa con il monte ingaggi più basso della Serie A e che, nonostante tutto, naviga sopra la linea di galleggiamento che è la zona retrocessione.
Come sempre, in valutazioni come queste - a metà fra le chiacchere pour parler e le vere analisi specifiche e competenti - bisognerebbe approfondire, conoscere e scartabellare statistiche (specialmente quelle legate al rendimento) per verificare che ciò che si afferma sia vero, perché è davvero facile esprimersi ‘di pancia’ dando adito ad una sensazione del momento, ma è oltremodo difficile suffragare le proprie convinzioni con i fatti.
Vediamoli, allora, i fatti. Snoccioliamoli. Studiamo la realtà per quella che davvero è. E facciamolo misurando la performance del reparto offensivo del Lecce. Con una premessa: così come i giallorossi possono vantare un pacchetto arretrato che sta andando, nella sua interezza, anche oltre le attese, analogamente non possiamo scomporre la presente analisi cercando di ‘separare’ i numeri dal contesto globale di reparto e provando a trovare l'elemento più (o il meno) meritevole di elogi.
Ebbene, stando a quanto indicato da Understat.com, il Lecce ha un valore di xG (ovvero di gol attesi totali) finora pari a 23,46. Nella realtà, invece, gli uomini di Baroni hanno sino ad adesso realizzato 24 gol. Sono in pratica andati oltre le previsioni. E’ vero: se impiliamo in ordine decrescente i valori di xG di tutte le squadre di A, si scopre come i giallorossi siano i terzultimi della lista. Eppure, ciò non impatta negativamente sul numero di punti conquistati, visto che – come detto – il percorso dei salentini è finora positivo, tant’è vero che, al momento in cui scriviamo, ci sono 5 squadre che hanno messo a segno meno reti del Lecce, delle quali una (l’Empoli) che ha 22 gol in cascina ma che ha anche un punto in più dei nostri. Fino a qui, quindi, tutto bene.
Ora, consideriamo le prestazioni attese di ciascun calciatore del reparto offensivo del Lecce e rapportiamole al ‘mondo vero’.
Partiamo dal tanto vituperato Assan Ceesay, che a detta di alcuni non sarebbe all’altezza di un campionato come quello della Serie A: farà scalpore (ma solo nella testa di quegli ‘alcuni’) constatare come gli xG del centravanti gambiano siano pari a 2,94, mentre la classifica marcatori lo vede a 4 reti. Ha, di fatto, concretizzato più di quanto avrebbe potuto fare.
Passiamo a Lorenzo Colombo, aspramente biasimato da chi sogna centravanti da rendimenti in doppia cifra e che sappiano essere opportunisti, cinici, magari forti fisicamente e contemporaneamente veloci. Ebbene, l’attaccante scuola Milan ha un xG di 4,42, dato che – a fronte delle 4 reti messe a segno finora – dimostra come il rendimento del giovane centravanti della nazionale Under 21 sia tutto sommato in linea con ciò che ci si potrebbe aspettare da lui sul rettangolo verde di gioco.
Spostiamoci sugli altri compagni di reparto. Anche qui, ci sono evidenze che vanno oltre le più rosee previsioni: ad esempio, Strefezza ha un xG di 3,53 ma ha messo a segno ben 7 reti, quindi un rendimento oltremodo positivo, forse anche troppo rispetto al previsto; Di Francesco ha un xG di 1,83 a fronte di un solo gol realizzato (che, comunque, mantiene abbastanza in parallelo la prestazione con l’atteso); stesso discorso può essere esteso per Lameck Banda, che ha un xG di 1,78 con una marcatura all’attivo (quindi, siamo praticamente lì) e per Remi Oudin, il quale ha un valore di xG di 0,35 ed è effettivamente rimasto a bocca asciutta sul fronte dei gol (anche perché il suo minutaggio è stato finora non eccelso), cioè in piena adesione all'atteso. Persson, invece, non è giudicabile: i suoi 56 minuti di permanenza in campo sono, infatti, troppo esigui per una valutazione di questo tipo.
Spostando l’attenzione su altre cifre, si scopre (attraverso FbRef) come il lavoro offensivo del Lecce stia seguendo un dogma che nel mondo economico e finanziario potremmo sintetizzare con la frase ‘massimo vantaggio col minimo sforzo’: i giallorossi, infatti, sono il team con il numero di azioni da tiro create più basso di tutta la lega (396 in totale, meno di Sampdoria – 406 – e Spezia – 425). Sulle azioni da gol, invece, gli uomini di Baroni sono a quota 36, sopra Verona, Spezia, Cremonese e Sampdoria. Ciò si traduce, in soldoni, in un fatto: il Lecce riesce ad andare al tiro poco, ma con quel poco crea più apprensione agli avversari rispetto a quanto non facciano altre quattro compagini in campionato.
Ma non è tutto. I più cervellotici ragionamenti numerici restituiscono un quadro oltremodo interessante: sottraendo il numero totali di gol previsti alle reti effettivamente realizzate, si scopre che il Lecce è l’ottava forza del torneo (con un differenziale in attivo di 1,4), sotto Napoli, Lazio, Juventus, Atalanta, Salernitana, Bologna ed Inter. E se, invece, da questo excursus si rimuovono i gol su penalty (applicando l’equazione matematica ‘gol non su rigore meno gol previsti non su rigore’) si evince come il Lecce abbia il sesto miglior dato della lega (+2,0), alle spalle del dominatore Napoli, poi di Lazio, Juventus e Salernitana. Tradotto in soldoni, Ceesay e colleghi di reparto fanno meglio – con quello che hanno nel bagaglio tecnico/fisico/atletico, sia chiaro - di Lukaku e compagni, di Giroud e i suoi amici, di Berardi and company, così come di Abraham e i suoi omologhi.
Alla fine della fiera, che vuol dire tutto questo? Che il Lecce potrebbe certamente tirare e segnare di più (è innegabile), ma che con quello che fa ottiene praticamente il massimo a cui si può aspirare. E lo confermano i numeri, ovvero l’unica variabile degna di nota che dimostra come i commenti da ‘bar sport’ e gli improvvisi flussi di sangue alla testa i quali vogliono attaccanti ‘di reparto’ (che poi, che vuol dire davvero questa espressione?) non hanno senso di esistere. Soprattutto, se si pensa che sia Colombo sia Ceesay hanno finora realizzato più reti di gente come Lozano, Piatek, Pinamonti, El Sharaawy, Pedro, Rebic, Petagna, Barrow, Caputo, Lukaku, Zapata, Lasagna, Botheim, Raspadori, Djuric, Destro, Nestorovski, Muriel e Defrel.