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Non ha nemmeno ancora firmato per il Lecce che Marco Giampaolo è già diventato bersaglio dei “tifosi” del Lecce. “Tifosi” tra virgolette perché un supporter supporta le scelte di un club a prescindere. Poi le critica. Poi. Dopo che hanno dato un risultato inaspettato e negativo. 

Ed invece l'accoglienza di questa piazza, che si dice essere calorosa, e di questo popolo, che si fregia di essere accogliente, non è fredda è proprio negativa. A chi giova creare un ambiente esplosivo? A nessuno.

Se Gotti è stato mandato via non è certamente perché incapace. Anzi, fiducia illimitata alla sua conoscenza sul calcio. Piuttosto è stato mandato via perché la sua mente non era più sgombra. Non era più leggera. Con l'esonero si prende un allenatore “fresco” e lo si butta nella mischia, sperando che la sua lucidità e la sua mente ancora sgombra da pregiudizi, possano avere un buon impatto sulla squadra.

Ma se il mondo Social, che leggono tutti ed ha impatto sulla vita reale, giudica Giampaolo per le sue esperienze pregresse, allora fermiamoci tutti. Non ha più senso. 

Giampaolo va giudicato per quello che farà a Lecce, non per quello che ha fatto altrove. Anche perché, si parla degli 8 esoneri, ma non si dice che sono avvenuti in 20 anni di carriera in cui lui ha fatto benissimo in alcune situazioni, guadagnandosi l'appellativo di “maestro”. E non per essere preso in giro.

Il problema di questa piazza è che se Sticchi Damiani punta la Luna, tutta la tifoseria guarda il dito. 

Il Lecce sta provando a costruirsi un futuro solido. Se non lo avete capito. Che consiste nell'ammodernamento dello Stadio, nella costruzione di un centro sportivo, e nel consolidamento finanziario. Il futuro del club passa da qui. Non da Corvino che sbaglia a comprare il centrale difensivo o risparmia sull'esterno destro. Queste sono fesserie. Quisquilie. Che si possono criticare ma che devono rimanere confinate al campo. Non certo sfociare in malcontento social e contestazione allo stadio. 

Lungo questo percorso ci saranno mille intoppi, anche una retrocessione in B. Ma se un tifoso capisce il progetto, allora sa bene che la retrocessione è solo un insuccesso sportivo all'interno di una gestione intelligente. 

Noi siamo soli. E ci facciamo la guerra da soli. E' la storia della Terra. Siamo soli nell'universo e ci scanniamo tra i popoli. Noi lo facciamo in piccolo. Sarà che è nella nostra natura? Boh. Noi siamo soli perché nelle alte sfere del calcio, il Lecce non conta niente. E oggi invece comincia ad avere credibilità perché gestito bene da persone per bene. Che addirittura possono contribuire attivamente a cambiare il calcio che stiamo vivendo, riscrivendone regole e usanze. Ma anche il fatto che persone per bene gestiscano bene è un concetto che dà fastidio agli altri club, perché muove dinamiche interne delicate. Il Lecce in Italia dà fastidio. Ma a quanto pare anche ai suoi tifosi.

Sta succedendo qualcosa di epocale e non ve ne state rendendo conto. Continuate a pensare alla punta, all'esterno destro, alle fesserie, mentre tutto intorno si sta trasformando. 

State ancora guardando il dito o finalmente la Luna?

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