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La programmazione è un aspetto cruciale per una società calcistica e, ora più che mai, con la pandemia COVID che non lascia respiro ai bilanci dei club, rappresenta l'unico modo per ottenere risultati sportivi in modo sostenibile.

Sono discorsi detti e ridetti, ma in un'estate in cui si susseguono fallimenti e ridimensionamenti non solo per piccole realtà, ma anche per pilastri di questo settore, è doveroso ripeterlo.

Per gli investitori che vedono il calcio come un business dal quale ottenere profitto, questa sessione di calciomercato ha probabilmente segnato il capolinea; perchè? Semplice: si possono ottenere successi sul campo, però vittoria non vuol dire guadagno. Risulta superfluo fare un esempio, ma tanto vale citare i campioni d'Italia costretti a perdere pezzi.

Bene, in questo contesto collochiamoci l'Unione Sportiva Lecce. 
Sticchi Damiani e soci sono tutt'altro che ingranaggi di una macchina improntata al guadagno; lo abbiamo intuito da anni ma l'ultima stagione lo ha sottolineato: sono dei tifosi del Lecce, a prescindere da tutto, sempre pronti a mettere le mani nelle proprie tasche.

E i fatti parlano, perchè è proibitivo trovare più di tre club tra A e B che ad oggi hanno presentato sette acquisizioni di cui sei a titolo definitivo.
Come riuscirci? Sacrificio economico, abilità e…programmazione.

Siamo sempre lì, non si scappa. I fondi sono limitati per tutti, ma chi riesce comunque a muoversi è più bravo degli altri.
I salentini ci stanno riuscendo perché queste mosse sono studiate dal giorno successivo alle lacrime di Lecce-Venezia, quando i vertici societari hanno deciso di non mollare l'idea di un Lecce vincente, affidandosi al valore professionale di Pantaleo Corvino, capace di intravedere qualità nella potenzialità.

L'ingaggio di Stefano Trinchera come DS si colloca in quest'ottica, perchè a prescindere da un ritardo burocratico dovuto a questioni esterne al Lecce, il contatto per riportare nel Salento uno dei migliori DS in ascesa, c'era stato tempo fa.

Le parole di Corvino nella conferenza di mercoledì scorso sono piuttosto chiare ed è da sottolineare la convinzione con cui il responsabile dell'area tecnica parlava.
Ha elencato le uscite ma soprattutto ha numerato le entrate; due esterni, una punta e un centrale: qualora il Lecce dovesse mandare in porto queste operazioni (date quasi per scontato, in un periodo in cui di scontato c'è poco nel mondo del calcio), chiuderebbe il mercato con 11 acquisti. 

E ancor più sorprendente è che queste acquisizioni non dipenderanno dalle cessioni, poiché è stato precisato che eventuali esuberi, senza cessione, andrebbero fuori lista.

Come sempre alla fine giudicherà il campo, ma ad oggi possiamo solo parlare di calciomercato e dire “bravo Lecce”. Come hai fatto? Programmazione.

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