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L'impiego di Pablo Rodriguez agli ordini di mister Baroni è un'incognita in casa Lecce.

L'attaccante spagnolo, che sembra finalmente essersi lasciato alle spalle i problemi fisici che lo avevano ostacolato la passata stagione, fatica tutt'ora a trovare una sistemazione tattica in campo.

Il passaggio dal 4-3-1-2 di Corini al 4-3-3 del tecnico toscano appare ad oggi un ostacolo per il classe 2001.

L'unica realizzazione stagionale di Pablito è avvenuta nella rimonta casalinga ai danni dell'Alessandria quando, subentrato a gara in corso, ha dato la svolta al match muovendosi alle spalle di Coda in un inedito 4-2-3-1. 

Una soluzione tattica che non ha trovato continuità e difficilmente verrà riproposta in futuro, perlomeno in pianta stabile, dati i risultati ottenuti col 4-3-3.

"Rodriguez? Stiamo lavorando per trovare una posizione a lui congeniale da esterno, che possa non stare molto aperto ma possa stare dentro al campo, è una soluzione nella quale io credo. Lui ha la brama del gol e della giocata individuale, pensa a ricevere la palla addosso per cercare di fare qualcosa di importante. A Pablo sto chiedendo di rimanere nel 4-3-3 un po' più vicino alla punta. Io non sono un integralista, il sistema di gioco deve esaltare le qualità del singolo e non il contrari."

Si è espresso in questi termini Baroni dopo il successo contro il Cosenza, che ha visto Rodriguez subentrare nel ruolo di esterno sinistro.

Una sistemazione, a dire il vero, non inedita, poiché già vista nel ritiro estivo, ma accantonata in corso d'opera.

Il suo compito nel Lecce resta, quindi, un dilemma: esterno o punta, che compito avrà l'ex Real Madrid in questa squadra?

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