header logo

No all’offesa

Non era nostra intenzione offendere né lui nella sua storia umana e professionale, né le sue origini, né tantomeno l’intera comunità italo-americana. 
 

Provavamo a spiegarlo, senza risultato, prima in una telefonata che ricevemmo da Joe Barone durante la quale interviene lo stesso Commisso, visibilmente arrabbiato, e poi in un commento sulla Gazzetta e il giorno successivo.

Stereotipo sbagliato

L’immagine odiosa dello stereotipo “Italiano d’America mafioso”, pur non essendo voluta, lo aveva profondamente turbato, amareggiato e ferito. 
 

La critica è sempre lecita ma se ferisce umanamente vuol dire che toni e parole usate si sono prestati all’equivoco e no a un’interpretazione offensiva. Fummo i primi già all’epoca a dispiacercene. E quando questo accade non c’è problema scusarsi. 
 

A distanza di tre anni tante cose sono accadute, anche a livello umano e personale, che hanno facilitato un incontro chiarificatore. Da qui ripartiamo.

Nations League, Israele-Italia, oggi la seconda sfida del girone con tante facce nuove
"Il ct non canta, ma l'Inghilterra sì...". I tifosi chiedono l'esonero

💬 Commenti