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Lecce-Reggina va in archivio, lasciando ai giallorossi tre punti in più, il secondo posto in classifica ed una certezza, a prescindere dai risultati: quella costruita da Corvino e Trinchera, collaudata da Baroni, è una bella squadra.

I 15 risultati utili di fila sono sinonimo di compattezza e rispecchiano quanto visto in campo sinora; con pregi e difetti, i salentini, ad eccezione dei 45 minuti shock di Cremona, non si sono mai sfaldati, restando lucidi anche nei momenti difficili degli incontri.

L'11 giallorosso trasmette sicurezza, vuole avere sempre sotto controllo le sorti della gara.
Come? Giocando a calcio, senza mai rinunciare alla manovra offensiva e amministrando sapientemente quando l'inerzia della partita non sembra a proprio favore.

È chiaro, ci sono state delle sbavature in corso d'opera, infatti la squadra in questione non sta dominando il campionato.
Sarebbe da stupidi pensare che il Lecce dopo una mini-rivoluzione estiva possa replicare quanto fatto qualche stagione fa dal Benevento, poiché in un percorso di crescita bisogna inciampare per migliorare.

Ma gli ostacoli che hanno rallentato (attenzione, non fermato) la formazione di Baroni sono stati attutiti, fino a questo momento, molto bene.

I rimpianti ci sono, basti pensare ai gol subiti in modo ingenuo con Ascoli, Brescia e Ternana, o agli errori sottoporta con Benevento e Frosinone, però finché i problemi son questi, non c'è da disperarsi.

Rammaricarsi per dei punti persi in questo modo dimostra come l'asticella sia alta.
La realtà è che i giallorossi non sbagliano una partita da quasi tre mesi e mezzo ed il lavoro svolto durante la settimana è mirato a perfezionare una macchina che funziona già bene.

Non dimentichiamo una cosa però: siamo a dicembre.

Due spunti allora, una nota positiva ed un timore.
Innanzitutto, una striscia così lunga di imbattibilità fa sempre impressione e, il fatto che sia accaduta nel girone di andata, rende il tutto assolutamente imprevedibile, poiché solitamente nella prima parte di campionato faticano tutti, persino le corazzate.

Ora, l'interrogativo: come si reagirà alle prime vere difficoltà?
Si spera il più tardi possibile, chiaro, ma è lecito aspettarsi un momento di flessione da qui a maggio. 
Probabilmente è da questo interrogativo che dipenderanno le sorti della stagione del Lecce di Baroni.

La Serie B è un campionato coinvolgente ma alle volte spietato, dato che si corre tanto (sia in campo che in classifica) e nel giro di tre partite dei sogni si possono trasformare in degli incubi.

Se il Lecce, nel suo percorso, non si farà trascinare dalle sensazioni negative che può provocare una brutta prestazione, sarà indiscutibilmente una squadra da A diretta.

Baroni, allenatore esperto, lo sa e per questo accetta sempre i complimenti con riserva, provando a non far compiacere i propri ragazzi davanti ai risultati e schierando in campo sempre la squadra più forte possibile.

A riguardo, un monito: una garanzia di successo è rappresentata dall'utilizzo dell'organico.
Il Lecce della passata stagione era forte, ma si è presentato al rush finale con poche certezze al di fuori dell'11 titolare.

Guai a commettere lo stesso sbaglio, perchè nell'economia di una stagione tutti dovranno rifiatare come sta facendo ora Barreca, e chi entrerà in campo non potrà risultare un esperimento primaverile, dato che da gennaio in poi, si inizierà a correre per davvero.

Morale della favola? Forti e umili. Il motto di Baroni che ha dato in poco tempo un'identità precisa al Lecce.

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