Più forti delle avversità: prova di forza e segnale al campionato
L'EDITORIALE
Tre punti contro il Monza.
Proprio come l'andata e questa volta il successo arriva persino tra le mura della rivale alla promozione: una vera prova di forza, fondamentale dopo una sconfitta dolorosa.
Il Lecce era chiamato a reagire in seguito alla deludente debacle contro il Cittadella e lo ha fatto alla grande.
La formazione di Stroppa vanta probabilmente l'organico migliore della categoria; è davvero necessario elencare tutta la rosa a disposizione? Basti citare il solo attacco composto da Mancuso (trascinatore del dominante Empoli), Valoti (investimento milionario) e dal subentrato Dani Mota, il quale fino ad un anno fa nella selezione U21 portoghese faceva accomodare in panchina Rafael Leao.
La sfida dell'U-Power Stadium rappresentava uno degli scogli più alti nel cammino dei salentini, usciti vincitori per la gioia di una cornice fantastica.
Gli oltre 1700 cuori giallorossi presenti sugli spalti hanno trascinato la squadra arrivata in Brianza nel momento più difficile della stagione e hanno vissuto un bellissimo pomeriggio di calcio.
Baroni si è affidato all'esperienza per fermare la pericolosa offensiva dei biancorossi, schierando davanti a Gabriel gli affidabili Calabresi, Lucioni, Tuia e Barreca.
A centrocampo, però, la sorpresa c'è: al fianco di Hjulmand e Gargiulo è sceso in campo dall'inizio il giovane Helgason, reduce da qualche prestazione altalenante.
Il tridente è quello più prolifico del campionato: Strefezza, Listkowski e Coda.
Il primo squillo della partita arriva dai giallorossi, vicini alla rete grazie ad una grande giocata del polacco, la cui conclusione a giro termina sul palo.
Prima chiara occasione da gol creata dai giallorossi; la seconda arriva al ventiseiesimo, quando nuovamente l'ispiratissimo Listkowski fa tremare lo stadio, trovando la rete.
Tutto regolare? No, l'urlo dei supporter salentini viene strozzato dall'intervento del VAR, che sanziona un'entrata a gamba tesa di Gargiulo sul portiere Di Gregorio.
La rete è stata annullata non tanto per carica sul portiere (la palla non era in procinto di essere bloccata) quanto per gioco pericoloso dell'ex Cittadella, in quanto la sua gamba, particolarmente alta, poteva rappresentare un pericolo per l'estremo difensore.
Un legno ed un piede un po' più alto del previsto negano il vantaggio al Lecce, a riposo sul punteggio di 0-0.
Nei primi minuti della ripresa l'intuizione del tecnico toscano paga, perchè Helgason penetra nella difesa avversaria venendo fermato irregolarmente da Paletta, in netto ritardo.
Dal dischetto si presenta nuovamente bomber Coda e questa volta non sbaglia: è davvero 0-1.
In corsa Stroppa si affida al talento di Dany Mota e Colpani, Baroni risponde con la solidità di Simic e Blin.
Il Monza sembra avere il pallino del gioco ma alla fin dei conti di clamoroso crea ben poco e viene trafitto nuovamente dal Lecce.
0-2? No, palo-palo e VAR.
Coda sbatte due volte sui legni (che diventano 17 in stagione per la squadra) e Rodriguez, a segno in ribattuta, era oltre la linea avversaria. Vogliamo credere che la sua mancata esultanza fosse dovuta alla consapevolezza dell'off-side.
La partita, apparentemente chiusa, si riapre e Gabriel evita la beffa, murando Gytkjaer.
Una chiara occasione da gol al 94' per il Monza.
Gli uomini di Baroni, tra pali e interventi della tecnologia, ne avevano create ben quattro.
La vittoria è più che meritata e ed il Lecce dà due segnali forti e chiari.
Il primo al campionato: i giallorossi ci sono e fanno sul serio.
Il secondo a se stesso: questa squadra ha gli attributi, vincere a Monza dopo un periodo difficile e qualche situazione oggettivamente poco fortunosa non è da tutti.
Non eravamo scarsi ieri e non siamo imbattibili oggi, sia chiaro.
Come è giusto che sia, la parola d'ordine è equilibrio, perchè nonostante qualche scenario apocalittico delineato da una minoranza di malpensanti nelle scorse ore, il Lecce è primo in classifica a pari merito con la Cremonese.
E il Lecce ha vinto una partita pesantissima.