Baroni come Liverani, ma con meno gol al passivo
DIFFERENZE
Il Lecce di Marco Baroni ha convinto tutti, quantomeno in queste prime 7 gare di campionato. La formazione giallorossa, infatti, si difende con ordine, soffrendo poco e subendo il giusto contro avversari sulla carta più forti, e attacca con convinzione, mettendo in mostra il tanto ricercato equilibrio.
Oggi vogliamo fare un confronto tra questa formazione capitanata da Morten Hjulmand e quella di tre anni fa, che ha partecipato al campionato di Serie A con Liverani in panchina e Marco Mancosu capitano.
Quel Lecce dopo 7 giornate di campionato aveva 6 punti proprio come la formazione attuale. Quel bottino, però, era arrivato grazie a 2 vittorie, contro Spal e Torino fuori casa, e 5 sconfitte contro Inter, Verona, Napoli, Roma e Atalanta, 3 delle quali al Via Del Mare. In totale la compagine allenata da Fabio Liverani aveva segnato 7 gol, subendone però 15, già tantissimi a quel punto della stagione
LE DIFFERENZE
I numeri parlano chiaro ma non è solo una questione legata alle cifre. Le differenze riguardano soprattutto l’atteggiamento con il quale scendeva in campo il Lecce di tre anni fa rispetto a quello di Baroni. Liverani, nonostante i giocatori in campo fossero quasi sempre meno forti tecnicamente degli avversari, voleva avere il pallino del gioco, per imporre la sua idea di calcio, al di là della squadra che aveva di fronte. L’attuale tecnico, invece, ha un modo di giocare chiaro ma che si adegua ed adatta all’avversario, per fermarlo e colpirlo nei suoi punti deboli.
La fase difensiva di Baroni fino ad ora è stata quasi perfetta, dato che i giallorossi hanno subito gol soprattutto per errori dei singoli e quasi mai per disattenzioni legate ai movimenti dei difensori. Certo, si può ancora migliorare e si deve maturare sul piano offensivo, visto che le occasioni create si tramutano in gol a fatica.
C’è tempo per lavorare e soprattutto grande disponibilità a crescere tutti insieme. Questa squadra ha ampi margini di miglioramento e conosce l’importanza delle due fasi, per cui sa quando e come attaccare e quando e come difendere.