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Capita di sentirsi tutti i giorni per Whatsapp, anche tramite mail, per discutere di progetti e per decidere insieme quali bozze proporre. Tra un disegno e l'altro Francesco, Gabriele e Vittorio hanno sempre trovato il tempo di parlare del Lecce che poi è il vero fattore trainante del gruppo. E' anche il motivo principale grazie al quale i tre si sono conosciuti ed hanno dato vita ad un progetto che coinvolge due realtà come Leccegraphics e Pianetalecce. La storia che vogliamo raccontarvi però non è questa. Perché ad un certo punto, dopo che il caos Coronavirus aveva fermato le nostre vite, Vittorio (che poi sono io) si è chiesto: "Ciccio, ma tu sei a Torino?". "No, sto a Barcellona e non posso tornare a casa". Boom. Francesco e Gabriele sono due studenti di architettura. Ciccio è in Erasmus a Barcellona. E' stato qui nel Salento a Natale, poi subito dopo le vacanze è rientrato per terminare i suoi studi ancora ignaro di quello che da li a poche settimane sarebbe successo.
Inizialmente avevo fatto il biglietto e volevo tornare a casa. Quando si è lontani tanti chilometri da casa ti manca la famiglia e queste situazioni le vivi diversamente dagli altri. Con il passare del tempo e via via che la situazione cominciava a definirsi in Italia, ho capito che dovevo rimanere. Tornare significava aumentare le probabilità di un mio contagio tra scali, pullman e mezzi di trasporto sempre pieni, e successivamente far sì che si contagiassero anche nella mia famiglia.
Ovviamente Francesco ha fatto tutte le valutazioni del caso da solo perché dall'Italia non ci sono stati aiuti concreti. Una situazione, quella degli italiani all'estero, che deve far riflettere il Governo italiano.
La Farnesina ha consigliato di organizzarsi per conto proprio. In poche parole ci hanno detto "Vedetevela da soli". Siamo stati abbandonati un po' da tutti. All'inizio nessuno ci aveva detto niente. Cosa fare, come comportarci. Nulla. se ci pensate bene non è il massimo. Sei in una nazione che conosci poco, parli poco la lingua, se dovesse capitarti qualcosa saresti solo.
Inizialmente il piano di rimpatrio era stato ben definito perché poi dall'Italia sono arrivate poche indicazioni:
Ci avevano consigliato di fare scalo in una città europea. Io avevo scelto Zurigo e poi da lì Roma e Lecce. Ad un certo punto stavano organizzando anche una tratta con la nave, Barcellona-Civitavecchia, ma ho detto "no, grazie!". Pensate voi che avremmo dovuto stare lì tutti insieme, migliaia di persone, dormirci assieme, rischiare che anche uno solo di noi avesse il Coronavirus e farsi poi la quarantena in mare.
La situazione si è complicata poi quando dalla Facoltà sono arrivate delle indicazioni severe sul percorso di studi.
L'Università stava pensando di organizzare i rimpatri ma ci ha avvertiti che chi li avesse accettati avrebbe perso tutti i corsi seguiti e avrebbe dovuto rifarli da capo. Francamente non sarebbe stata la scelta migliore per il mio percorso di studi visto che sto a metà corsi e all'ultimo anno. ho scelto di rimanere anche perchè l'università avrebbe appoggiato questa nostra scelta.
Insomma alla fine per mille circostanze diverse, Francesco ha deciso di rimanere a Barcellona. Chiuso in casa perché lui ci era arrivato prima degli spagnoli.
Sto in quarantena già da qualche settimana, prima ancora che il Governo spagnolo decidesse per tutti. Qua i contagi vanno peggio dell'Italia, la diffusione sembrerebbe essere maggiore perché hanno sottovalutato il problema. Fino a Venerdi scorso si andava all'Università, si prendevano metro e mezzi pubblici, si poteva uscire e stare tutti assieme. Io invece sono chiuso in casa tra lezioni online, Serie TV e poi il nostro progetto (PLShop, ndr) che assorbe parecchio tempo.
Per un salentino verace però c'è una cosa che è peggiore del Coronavirus e della quarantena.
Il Lecce era un modo per ritornare con la testa nel Salento. L'attesa per la partita dura una settimana, oggi tutto questo mi manca. E' una passione che mi porto dentro da quando sono nato, è stato mio padre a trasferirmela. Se escludiamo la famiglia, che è fuori concorso, non vedere giocare il Lecce ogni settimana è la cosa che in questo momento mi manca di più.
   
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