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Lecce contro Chievo Verona, potrebbe sembrare una sfida salvezza in serie A, in realtà è una partita di cartello del campionato cadetto. Si affrontano due compagini che per tradizione ed organico potrebbero andare a braccetto nella massima categoria, ma entrambe hanno dovuto affrontare e superare in corsa problematiche di vario genere; ora sono lì, ad inseguire le battistrada. Il Chievo Verona non viene da un buon periodo, anche nel posticipo dello scorso turno è uscito sconfitto, contro il Vicenza, a dimostrazione che in questa serie B livellata verso l’alto, nessuna partita è scontata. Soprattutto nel girone di ritorno, nel quale le formazioni sono sul pezzo, intente a raggiungere i traguardi prefissati a d Agosto. Il Lecce, reduce dalla roboante vittoria di Reggio Emilia, sembrerebbe stare un po’ meglio a livello fisico e mentale: il tecnico giallorosso aspetta con ansia le prossime partite, tutti scontri diretti, per capire se la “quadra” a lungo cercata in questo torneo, sia finalmente stata trovata. Il diventare “gruppo” coeso è stato uno dei primi obiettivi che erano nella testa di Corini; sapeva l’esperto allenatore, proprio ex Chievo, di quanto sarebbe stato difficile far integrare compiutamente e velocemente, le tante anime che attualmente compongono lo spogliatoio del Lecce. Dalle parole proferite anche dal presidente, Saverio Sticchi Damiani, nell’intervista rilasciata dopo la vittoria di Reggio, sembrerebbe che finalmente la squadra sia compatta e attorno al suo allenatore. Vecchi e nuovi, italiani e stranieri, giovani ed “anziani”, tutti concentrati sul traguardo. Il campo, l’atteggiamento e non solo le vittorie (che pure sono fondamentali) ci diranno se le impressioni fin qui avute siano diventate, finalmente, realtà. Eugenio Corini, probabilmente, ma ne sapremo di più dopo la rifinitura, avrà a disposizione gli stessi uomini avuti contro la Reggiana, si spera con l’aggiunta tra i convocati di qualche infortunato di lungo corso. Rodriguez e Mancosu dovrebbero esserci ma non scenderanno in campo sin dal primo minuto. La formazione presumiamo possa essere la stessa di domenica sera con Gabriel tra i pali, in difesa linea a quattro con Maggio e Gallo sugli esterni, Lucioni e Meccariello al centro; a centrocampo i tre saranno Hjulmand, Biorkegren e Majer, con Henderson dietro alle punte; davanti la coppia Coda e Pettinari. Pronti a subentrare ci saranno i vari Zuta, Pisacane, Tachtsidis, Nikolov, Stepinski, Yalcin e vedremo se qualcuno dei “rientranti” potrà essere della partita. Il Chievo di Aglietti invece ha tante anime tattiche: al suo arrivo a Verona propose il 4-3-3, passando rapidamente al 4-4-2, senza disdegnare a partita in corso, ma anche sin dall’inizio dei match, il 4-2-3-1. Centrocampo sempre a due insomma, con Joel Obi e Luca Palmiero centrali ed attorno ai quali si muove tutta la squadra. Gli esterni di difesa percorrono la fascia continuamente, sempre pronti a fornire appoggio alle punte, contribuendo a creare la superiorità numerica. Vedremo se il tecnico dei gialloblù confermerà lo stesso sistema di gioco avuto contro la Cremonese (4-2-3-1), oppure opterà per un modulo più “coperto”. Nello spogliatoio del Lecce la concentrazione è massima, tutti sono consapevoli dell’importanza che potrà avere in futuro questa partita, proprio alla luce della vittoria nell’ultima giornata e per dare un seguito alla prestazione. Gli scontri diretti, si sa, valgono doppio e contro il Chievo Verona c’è stata l’unica vittoria del Lecce nel girone di andata. Riuscire a fare il bis sarebbe un viatico fondamentale per il prosieguo del campionato. Voglia, cattiveria agonistica e lucidità devono essere il trampolino di lancio per poter disputare anche tecnicamente una buona partita. I risultati che scaturiscono, spesso, ne sono la diretta conseguenza.
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