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Il Lecce domina a Crotone, vince e in appena tre giorni guadagna sei punti in classifica.

Partita perfetta nella fase di non possesso da parte degli uomini di Baroni; una gara che grazie al primo gol in giallorosso di Di Mariano (poi doppietta), si è messa sin da subito sulla strada giusta. Stavolta il Lecce non si è fatto sorprendere dagli avversari, così come accaduto contro il Como e l'Alessandria, partite nelle quali anche era passato in vantaggio; stavolta ha continuato a giocare, rimanendo concentrato e togliendo al Crotone tutte le idee di gioco.

Baroni ha ruotato qualcuno degli interpreti ma non ha rinunciato a quelli che per lui attualmente sono i titolari inamovibili, vale a dire Gabriel, Gallo, Lucioni, Tuia, Hjulmand, Gargiulo, Di Mariano e Coda. Hanno partecipato alla prova, con ottimi risultati Strefezza, autore del gol del 3-0, Helgason in sostituzione di un acciaccato Majer e Gendrey (prova superba) per Calabresi.

Poi nel secondo tempo ha dato respiro anche agli altri, sfruttando tutte e cinque le sostituzioni.

Alla fine, così come era facilmente prevedibile 4-3-3 e non è stato alcun dubbio che un allenatore che ha lavorato su un sistema di gioco sin dal ritiro può cambiare per qualche partita andata non perfettamente. Così come immaginavamo che non avrebbe tolto dal campo Lucioni per qualche incertezza palesata nelle gare precedenti: il capitano ha praticamente annullato Mulattieri .

Il Lecce, aggressivo ed ordinato ha fatto capire sin da subito agli avversari che non era giunto in Calabria per fare una passeggiata. Ha inaridito le fonti di gioco dei crotonei, ha impedito loro di manovrare dentro al campo, così come ha detto Baroni in conferenza stampa post gara, cercando di spingerli sulle fasce. Missione riuscita perfettamente. Il Crotone dal canto suo, facendo coprire a uomo Hjulmand da Benali è vero che ha tolto una fonte di gioco ai giallorossi, ma contemporaneamente richiedendo al suo perno una partita di sacrificio, si è auto mutilata.

Benali, il fulcro della manovra degli uomini di Modesto, è stato inesistente nonostante Baroni non avesse predisposto su di lui marcature ad hoc.

Il Crotone è una squadra con un tetto ingaggi di quasi trenta milioni di euro (fortunatamente i soldi non giocano), una formazione costruita per vincere e noi non crediamo assolutamente che sia scarsa, siamo invece dell'idea che sia stato il Lecce a farla apparire tale, grazie ad una condotta di gara che ha rasentato la perfezione.

Il 4-3-3 disegnato da Baroni, con le due ali a supporto di Coda, sta iniziando a prendere forma; non è ancora perfetto nella gestione della sfera quando gli avversari si dispongono a protezione della loro area di rigore ma i primi segnali di dialogo tra l'esterno, la mezz'ala e la sovrapposizione del terzino iniziano a vedersi.

Certamente è difficile per chiunque trovare spazi contro squadre che tendono a toglierli e basano la loro prestazione solo lavorando per indurre in errore l'avversario, ma è quello che il Lecce deve aspettarsi in questo campionato. Siamo certi che la creatura di Baroni sia ancora agli albori, siamo altrettanto sicuri che con il lavoro e nel prosieguo del campionato, si cercherà di leggere e superare anche queste difficoltà.

Il Lecce è una squadra giovane, costruita praticamente ex novo dopo la delusione della scorsa stagione in semifinale play-off, ma noi siamo convinti che abbia ancora grandi potenzialità inespresse.

Sabato alle 14.00 contro il Cittadella, ancora in trasferta, si chiuderà il ciclo terribile di tre partite in otto giorni e Baroni potrà decidere se mettere mano alla panchina, impiegando chi ha giocato di meno, per fare in modo che la squadra si mantenga sempre fresca e volitiva.

La riuscita del “progetto Lecce” passa anche da questi dettagli.

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