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Il presidente del Lecce, Saverio Sticchi Damiani, ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport, dopo la decisione della Lega e le conseguenti disposizioni del Governo. Questo il suo pensiero: “In un momento di emergenza come questo l’atteggiamento delle società deve essere improntato a uno spirito collaborativo. La salute pubblica viene prima di tutto. Considerata la situazione credo che il male minore sia stato proprio quello di far slittare di una settimana le gare di campionato, sia pure a porte chiuse. Un rinvio al 13 maggio, come era stato ipotizzato in un primo momento, avrebbe falsato la regolarità del campionato”. Sul capitolo porte chiuse il dirigente giallorosso spiega: "Su questo aspetto dobbiamo solo adeguarci. Questa è una decisione presa dal governo e dunque noi come club non avremmo comunque avuto voce in capitolo. Sulle date delle partite potevamo dire la nostra in Lega e lo abbiamo fatto. Sotto questo aspetto abbiamo avuto soddisfazione perché noi volevamo assolutamente che non si arrivasse al 13 maggio per recuperare le partite da giocare e questo rischio è stato scongiurato”. Il presidente conclude: “Giocare a porte chiuse rappresenta un danno economico devastante per tutti i club, perché nel budget di una società di calcio c’è sempre la voce incassi che in questo caso viene a mancare. Ci troviamo però di fronte a una situazione straordinaria e la salute di tutti viene prima dell’aspetto economico. Dunque è fondamentale che in questo momento ciascuno faccia un passo indietro. L’importante è che ci sia una regola uguale per tutti”.

Tutti i biglietti e gli abbonamenti allo stadio andranno rimborsati ai tifosi, o scatterà una maxi-class action a tutela dei diritti degli utenti: parola del Codacons

IL COMUNICATO. “È evidente che, in caso di limitazioni al pubblico per gli incontri calcistici, chi ha in mano biglietti e abbonamenti ha diritto al rimborso, al pari di quanto sta avvenendo per biglietti aerei e pacchetti vacanza non usufruiti a casa del coronavirus – afferma il presidente Carlo Rienzi – In particolare le società dovranno restituire agli utenti la parte di abbonamento allo stadio non goduta, proporzionale al numero di partite disputate a porte chiuse, e rimborsare integralmente i singoli biglietti, considerato che a fronte di un pagamento da parte dei consumatori non sarà resa la controprestazione oggetto del contratto”.

Se le società calcistiche rifiuteranno di disporre rimborsi in favore dei tifosi, scatterà nei loro confronti una maxi-class action promossa dal Codacons per conto di migliaia di utenti danneggiati nei loro diritti fondamentali” – conclude Rienzi.
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