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Il Lecce esce a testa alta dall'Olimpico.

A Roma si è vista una squadra che per quarantacinque minuti, pur schierando giocatori con poco minutaggio, è riuscita a farsi rispettare passando anche in vantaggio.

Baroni, in vena di esperimenti, ha proposto Calabresi difensore centrale permettendo cosi a Dermaku ed a Lucioni di fare staffetta, ha ritrovato Gendrey sulla fascia destra e confermato Barreca su quella sinistra; a centrocampo Blin centrale con ai fianchi Helgason e Gargiulo, mentre in avanti, visto l'infortunio di Rodriguez, ha proposto Di Mariano, Olivieri e Listkowski.

I giallorossi si sono fatti rispettare, hanno tenuto la Roma lontano da Bleve e hanno manovrato, riuscendo anche a rendersi pericolosi in qualche occasione. Sono andati in vantaggio su corner grazie ad un colpo di testa di Calabresi e subito il pareggio sempre su angolo. Una partita ben giocata, con due tre elementi in grande spolvero ed altrettanti abbastanza inutili, con motivazioni diverse.

Listkowski ha dimostrato di poter giocare in questo Lecce, peccato che venga usato con il contagocce in campionato; Calabresi è una fortuna che sia rimasto, è un calciatore che in qualsiasi ruolo venga schierato rende al massimo delle sue capacità e Blin, capace di farsi rispettare e mantenere praticamente il centrocampo da solo per lunghi tratti della partita. Perchè diciamo questo di Blin? Semplice, perchè Helgason è stato tra quelli non pervenuti ed era colui che gli giocava accanto e lo stesso Gargiulo, portato all'incursione, era più vicino ad Olivieri che allo stesso Blin. Unitamente all’islandese, quello che è apparso fuori condizione è stato Di Mariano, che insieme ad Olivieri ha disputato una partita insufficiente. Non che Coda nel secondo tempo abbia fatto meglio. Nonostante questo, dicevamo, il Lecce è riuscito ad andare al riposo con un risultato di parità, ma proprio nell'intervallo si è avuta la netta sensazione che Mourinho operasse le sostituzioni mirate a vincere la partita, mentre Baroni pensasse esclusivamente a dare minutaggio ai suoi, con la testa alla prossima di campionato.

Probabilmente è stato giusto così, ma anche a causa di queste decisioni la Roma è venuta fuori, ha realizzato il gol del vantaggio mentre il Lecce continuava a tenere colpevolmente in campo alcuni elementi che proprio non erano entrati in partita. L'arbitro, protagonista in negativo e senza ritegno, distributore di cartellini ad occhio e senza soluzione di continuità, ha fatto la sua parte ed i giallorossi si sono ritrovati a dover inseguire con un uomo in meno (espulso Gargiulo) e qualche elemento in serata no.

Baroni probabilmente aveva preparato la partita in un certo modo e niente, neanche la buona prestazione del primo tempo gli ha fatto cambiare idea su come gestirla. Aveva deciso di fare staffetta Dermaku/Lucioni e Di Mariano/Coda? Quello ha fatto, senza considerare gli ammoniti ed i calciatori, tipo Helgason, che erano praticamente inesistenti. La forza della Roma ha fatto il resto e tutto sommato è stato un peccato che il Lecce non sia stato messo nelle condizioni, dall'arbitro e dallo stesso Baroni, di poter competere. Noi siamo consapevoli che il campionato sia molto più importante della Coppa Italia, ma non capiamo il perchè, se la partita si mette nella condizione di essere giocata al meglio delle proprie capacità, contro una forte squadra di serie A, si debba rimanere ancorati alle scelte fatte prima della gara.

Ad ogni modo il Lecce è uscito a testa alta dall'Olimpico ed ora deve avere il mirino puntato sulla sfida di domenica contro la Cremonese, una formazione forte ed in crescita, con la consapevolezza di poter fare bottino pieno.

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