Bojinov su Zeman: "Faceva 20 anni fa il calcio di De Zerbi di oggi"
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Valeri Bojinov rappresenta per Lecce il prototipo del calciatore cresciuto nel settore giovanile che fa le fortune del club prima da calciatore e poi come pezzo pregiato da calciomercato.
Il centravanti bulgaro è la storia del Lecce: marcatore più giovane della storia, aveva 17 anni e 15 giorni quando ha segnato il gol dell'1-1 contro il Messina, ed esordiente più giovane in assoluto per i giallorossi quando aveva solo 16 anni e Alberto Cavasin lo lanciò in un Lecce-Brescia in Serie A.
Successivamente continuò a giocare in prima squadra anche con Delio Rossi che ogni tanto lo prendeva dalla Primavera per farlo giocare in prima squadra al suo primo anno in panchina, poi l'anno dopo lo prese in pianta stabile. Fu però con Zdenek Zeman che il centravanti ebbe la definitiva e totale consacrazione nel calcio che conta quando realizzò 11 gol in 20 partite agli ordini del boemo e prima che a Gennaio facesse le valigie per andare a giocare alla Fiorentina.
Bojinov su Zeman
“Il calcio che lui faceva 20 anni fa è il calcio di oggi - ha spiegato nel corso della puntata di PL Talk -. Non è vero che non curava la fase difensiva: quello che faceva 20 anni fa oggi lo fanno Guardiola, De Zerbi e Gasperini. Il problema non è la fase difensiva. Lui parla sempre di concetti: il difensore deve fare più ruoli, deve saper giocare alto. Io nel 2004 facevo il calcio del 2023, era pazzo. Ci parlo con lui: vedeva avanti rispetto agli altri. Non aveva i peli sulla lingua. Per fare il suo calcio dovevi correre, ma avevamo molta più qualità. La mia generazione aveva più tecnica, tant'è che l'Italia arrivò a vincere il Mondiale. Oggi non si qualifica, è follia".
Bojinov racconta un aneddoto su Zeman
"Aneddoto su Zeman? Andiamo in ritiro e ci elenca le regole. Non potevamo mangiare pasta e pane. Solo verdura, carne e patate. Un giorno feci colazione abbondante, poi lui ci fece fare 10 volte i 1000. Da quel giorno non faccio più colazione. Ci diceva che per giocare a calcio dovevamo correre. Aveva ragione. Per una settimana 10 volte i 1000 la mattina, poi il pomeriggio gradoni, sacchi… stavo benissimo: volavo".