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Bisognerebbe partire dalla fine per capire l’impatto di Pablo Rodriguez su Lecce-Empoli. Al fischio finale dell’arbitro, l’attaccante spagnolo quasi gli si scaglia contro. Avrebbe voluto più tempo, avrebbe voluto giocare un altro pallone. Quello che poteva valere il 3-2, magari. Poteva uscire dal campo contento per aver siglato il 2-2 al 90°, e invece ha lasciato il rettangolo verde stizzito. È una questione di mentalità vincente: o ce l’hai o non ce l’hai, e Rodriguez ce l’ha eccome. Il gioiellino ex Real Madrid è stato capace di dare una scossa a un Lecce imbambolato e privo di sussulti sul fronte d’attacco. È stato l’elettroshock che ha fatto riprendere a pulsare il cuore spento di una squadra per larghi tratti in balìa dell’Empoli. Lui come gli altri enfants prodiges subentrati dalla panchina. Rodriguez è entrato in campo indiavolato, da buon diablo come suggerisce la facile assonanza col suo nome. Ha lottato su ogni pallone, ha contestato il possesso agli avversari, ha aggredito la profondità. Sapeva di avere un’occasione importante per incidere e non se l’è lasciata scappare. Il gol è stato una sentenza, un bell’inserimento, preciso e con i tempi giusti e un fendente a fare breccia nella porta difesa da Brignoli. E poi la corsa sotto la curva nord, tristemente vuota. Ecco, Rodriguez è il tipico giocatore che farebbe impazzire uno stadio pieno. Lo è per il suo modo di fare e per la voglia che ci mette in ogni sua azione. Agatha Christie suggerisce che un indizio è solo un indizio, due indizi sono una coincidenza e tre indizi fanno una prova. Il primo indizio del potenziale di Rodriguez lo si era avuto contro già contro il Vicenza. Dieci minuti di fuoco, dal suo ingresso in campo, fino all’uscita per infortunio. Nel mezzo il gol del 2-1. Contro l’Empoli ha dimostrato che quella vampata tanto intensa quanto fugace non era stata casuale, riuscendo, ancora una volta, a ribaltare il destino della sua squadra che sembrava ormai scritto. Ora servirà il terzo indizio, utile per provare che Rodriguez è un crack per davvero e su di lui il Lecce può contare non solo per il futuro, ma anche nel presente. Dopo il gol contro l’Empoli, infatti, lo spagnolo scalpita per diventare un titolare e non più un rincalzo. La voglia di imporsi, di certo, non gli manca. Ha saltato le vacanze per continuare ad allenarsi, ha messo nel mirino l’Empoli e ha lavorato duramente per recuperare in vista del big match. Ha sfruttato al massimo, fino all’ultimo secondo, il tempo che gli ha concesso Corini. Se è riuscito a fare così tanto in così poco tempo è lecito chiedersi di cosa sarà capace ora che entrerà a pieno regime. Di certo, i tifosi giallorossi non vedono l’ora di scoprire cosa ha in serbo per loro il diablo.
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