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Il tecnico Marco Baroni ha parlato alla vigilia di Parma-Lecce.

"Di Mariano? Non porto i giocatori a far le girate. Gli diamo una iniezione di fiducia, è disponibile non per i 90 minuti ma se c'è bisogno ci farò un pensiero.

Io ringrazio il presidente per le sue parole, ha dato forza e sostegno a tutte le componenti. Un progetto è partito a giugno con un vero cambiamento. C'erano dei punti cardine come valorizzazione dei giovani, patrimonializzazione e rigore economico. Stiamo cercando di fare calcio con delle idee, in Italia è complicato, basti pensare a Gasperini che è all'Atalanta da 6 anni.

I progetti hanno bisogno di sostenitori, non demolitori. Chi vuole bene alla società rifletta su questo tema. C'è chi mette risorse economiche dentro ad un progetto importante. Il nostro gioco si fonda sulla qualità, sia offensiva che difensiva. Parlano i numeri, parla in campo, a me non piace parlare. Noi veniamo da 52 giorni con 14 gare. Se pensiamo a pre e post gara, restano 10 allenamenti. Questi ragazzi non sono macchine, sono uomini che danno tutto. In questo viaggio di 52 giorni mettiamoci pure qualche infortunio. Io alla mia squadra dico grazie e con questa determinazione ci andremo a giocare ogni gara come se fosse l'ultima della vita.

Non sono qui a difendere il mio lavoro, il lavoro è visibile. Nel guardare 200 partite al mese vedo anche la Champions League. C'è chi costa 200 milioni e fa errori. Non possiamo fare il focus su un'azione, dobbiamo allargarlo. Sono grato e orgoglioso, faccio parte di una società dove ci sono uomini di valori importanti. Domani andiamo in campo per giocare contro una squadra quotata il doppio della nostra da Transfermarkt, ma noi abbiamo un'ambizione ed una voglia che ci porterà a giocarla al massimo.

Non sono un recriminatore, ci vuole un'analisi per ogni partita. Non molliamo mai, sta nel nostro DNA. Ora dobbiamo essere presenti mentalmente, attentamente ed energicamente. La squadra non è mai doma. La partita ha le sue difficoltà e noi siamo pronti.
Devo guardare a chi è pronto e sta bene fisicamente, a chi è lucido ed è abituato a queste partite. Il modulo diventa un dettaglio.

La pausa per le nazionali la desidero, so che ci porterà a lavorare con attenzione per due settimane. Le nostre trasferte sono più complicate di quelle della Cremonese, ma quando si toccano questi argomenti si arriva agli alibi e io non ne voglio nemmeno mezzo.

Noi abbiamo un destino: fare calcio con squadre che stanno davanti all'area di rigore. È un calcio difficile non solo per noi ma anche per il Manchester City. A Cosenza abbiamo sbagliato perchè abbiamo cercato di sfondare internamente giocando poco esternamente, dove c'era meno densità. La squadra non ha sbagliato partita, deve capire che la nostra forza è sulle catene. Per eccesso di voglia siamo andati internamente dove c'erano vie più intasate.

Helgason si è allenato bene, lo ritengo arruolato. Domani parlerò con Tuia per capire se è pronto."

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