D'Aversa andava al doppio, ma Gotti fa meglio
Le differenze tra i due tecnici riguardo i gol subiti dalla compagine giallorossa
Roberto D’Aversa è partito in modo impeccabile ed ha garantito al Lecce un bel gruzzoletto di punti grazie a 3 vittorie nelle prime 5 giornate. Questi successi, a dire il vero, sono stati caratterizzati da due clean sheet contro Salernitana e Genoa. Mantenere la porta inviolata, infatti, garantisce la possibilità di conquistare di sicuro almeno un punto e permette alle squadre di muovere la classifica, aspetto fondamentale per chi come il Lecce lotta punto a punto per ottenere la salvezza.
Poi, cosa è successo?
Questo inizio scoppiettante però non è poi proseguito nel corso del campionato, con il Lecce che ha perso il suo equilibrio, smarrendo la capacità di non subire gol e facendo davvero fatica nel trovare la via delle rete. Dopo 28 giornate, nel momento in cui D’Aversa è stato allontanato dalla panchina giallorossa, Blin e compagni avevano siglato 25 marcature, subendone 45 in totale. La media di gol incassati quindi era di 1,6 gol a partita.
L'arrivo di Gotti ha riportato equilibrio
Con il nuovo tecnico, invece, la formazione giallorossa ha ritrovato l’equilibrio perduto ed in 10 partite ha realizzato 7 gol, aspetto questo senza dubbio da migliorare nella prossima stagione, e ne ha subiti 9, con una media totale di reti incassate di 0.9 a partita. Il Lecce di Gotti ha totalizzato anche 5 clean sheet, praticamente non ha subito gol nella metà della partite disputate con l’allenatore veneto in panchina, ossia contro Salernitana, Roma, Empoli, Sassuolo e Napoli. Inoltre, se consideriamo soltanto le 10 partite con l’ex Udinese in panchina, il Lecce è stata la terza miglior retroguardia del campionato.
Futuro da scrivere
Adesso si dovrà ripartire proprio da questo per lavorare sulla strategia della prossima stagione. La solidità ritrovata deve rappresentare la base del nuovo Lecce targato Gotti. Se è vero quel famoso detto che sottolinei come la miglior difesa sia l’attacco, siamo anche convinti che in Serie A una squadra come quella giallorossa debba prima pensare a curare in modo maniacale la fase difensiva per poi fare male alle compagini avversarie.