Ecco il “gioco di Corini” ed il Lecce schianta la Reggiana
Si voleva disputare la gara perfetta e così è stato, soprattutto nella prima frazione di gioco. Contro la Reggiana si è rivisto il Lecce, quello vero, quello che riesce ad applicare i dettami del suo allenatore e, nonostante le occasioni ben costruite e sprecate, ha fatto sua la partita dominando.
Quattro a zero, questo è il risultato finale di una gara senza storia che ha visto gli uomini di Corini andare al tiro venti volte, tante quante sono state nella partita contro la Virtus Entella.
Quaranta tiri verso la porta nelle ultime due gare, sicuramente diverse tra loro, ma soltanto quattro gol.
Il Lecce affronta una Reggiana in netta ripresa, gli emiliani nella scorsa gara contro il Venezia, ad esempio, pur perdendo di misura, hanno fatto vedere ottimi spunti ed un'organizzazione di gioco soddisfacente, in entrambe le fasi. Contro il Lecce invece la storia è cambiata e lo strapotere dei giallorossi si è manifestato sin da subito. Gli uomini di Alvini prediligono la costruzione della manovra dal basso ed i giallorossi hanno dimostrato di aver studiato perfettamente le contromisure; contrappongono pressing alto e riconquista della sfera quasi immediata. Possiamo dire, senza paura di essere smentiti, che per 15/20 minuti la squadra di casa ha capito ben poco di quello che stava accadendo, completamente in balia della ferocia del Lecce. Da lì in poi, tra gol sbagliati, altri segnati, rigori sacrosanti realizzati, la partita ben presto non aveva più molto da dire.
Bravo il Lecce a non mollare, a continuare a pressare ed a giocare fino alla fine delle ostilità.
C'era qualche dubbio sulla formazione che il tecnico giallorosso avrebbe messo in campo ed alla fine le scelte sull'undici iniziale gli hanno dato ragione. Si è assunto la responsabilità di schierare nuovamente Pettinari dal primo minuto ed è stato abbondantemente ripagato. L'ex Trapani non è riuscito ad andare a bersaglio, questo è vero, ma nello stesso tempo oltre a guadagnarsi il rigore che ha aperto le marcature, si è anche sacrificato per la squadra con giocate interessanti e tecnicamente risolutive. Stesso discorso vale per Majer: il ballottaggio era tra lui e Tachtsidis, con lo spostamento di Hjulmand proprio come interno destro, ed invece anche qui Corini ha avuto ragione, riproponendo il centrocampista slavo che stavolta non ha deluso, anzi. E' andato in gol con un bolide che si è infilato all'angolino e da lì non si è fermato più.
Prova sontuosa sia in fase offensiva che difensiva.
La “partita perfetta” dicevamo, ma noi abbiamo sempre saputo che il Lecce ce l'aveva nelle corde; non abbiamo la memoria corta e il gioco della squadra che nel girone di andata aveva inanellato le quattro vittorie consecutive, a suon di gol, non l'avevamo dimenticato. Qualcun altro si, forse più di qualcuno, in effetti, aveva dimenticato sia quel gioco che le tantissime vicissitudini che hanno inciso negativamente, impedendo di fatto alla squadra di riuscire ad esprimersi al meglio. Il Lecce non è certamente la squadra perfetta, non è la più forte del campionato, certamente non questa che scende in campo attualmente (forse lo era quella che, ad inizio stagione, stava nei piani di Corvino, ma non l'abbiamo mai vista giocare per una serie di concause) ma potrebbe diventarlo se riuscisse a ridurre il “gap” dovuto al fisiologico percorso di crescita. Sicuramente i risultati aiutano a trovare convinzione, sicurezza nelle proprie capacità e chissà se , alla fine, il Lecce non riuscirà, continuando a crederci ed a provarci, anche a far girare la cosiddetta “ruota” dalla parte giusta per più partite consecutivamente.
Ci voleva una vittoria “scacciapensieri”, il campionato e la difficile rincorsa dei giallorossi inizia con questa settimana di lavoro: bisogna preparare la difficilissima gara contro il Chievo Verona ed, uno alla volta, tutti gli scontri diretti che attendono Corini ed i suoi nelle prossime sette partite.
Il Lecce si è ritrovato, questo al netto di tutte le problematiche, è già una splendida notizia.
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