Gioia Lecce, tutti i perché di una vittoria storica
ANALISI
Oggi e negli ultimi due giorni non abbiamo letto critiche, insulti e commenti negativi nei confronti di nessuno. Quando si vince è così, il tanto amato carro dei vincitori si riempie e fa il giro della città, pronto ad accogliere tutti coloro i quali hanno voglia di salirci su, anche se durante l’anno hanno provato in tutti i modi a mettere i bastoni tra le ruote.
Oggi vogliamo provare ad analizzare la stagione a 360°, commentando tutto quello che è successo intorno a questa squadra. Divideremo questa analisi in paragrafi e commenteremo punto per punto ciò che riteniamo più opportuno.
SOCIETÀ
11 mesi fa, dopo il pareggio contro il Venezia e la conseguente eliminazione del Lecce dai playoff, Saverio Sticchi Damiani, presidente del club giallorosso, in una conferenza stampa ha detto delle parole chiare, che forse hanno infastidito qualcuno ma che avevano il solo intento di svegliare un territorio che troppo spesso dà le cose per scontate. Il numero uno giallorosso in quella giornata ha avvisato tutti sui problemi che avrebbero atteso la squadra salentina e sui programmi futuri, dicendo che la Serie A sarebbe stata sempre l’obiettivo principale, ma anche che patrimonializzazione e riduzione del monte ingaggi dovevano essere alla base del progetto.
Detto fatto. In 11 mesi la società salentina ha compiuto un miracolo ed ha riportato il Lecce in Serie A, investendo capitali importanti ma anche puntando sulla forza delle sue idee. Il merito è di tutti, nessuno escluso. Dei soci che hanno immesso le loro risorse economiche, del Responsabile dell’Area Tecnica Corvino che, insieme al direttore sportivo Trinchera, è riuscito a costruire una squadra forte e vincente, anche scandagliando i mercati meno conosciuti, e di tutti quelli che lavorano dietro le quinte, che non si vedono ma sono utili tanto quanto chi appare.
TECNICO
Alzi la mano chi avrebbe scommesso un solo euro sul fatto che Marco Baroni, arrivando nel Salento, avrebbe poi riportato il Lecce in Serie A da primo in classifica, con vari primati, la miglior difesa ed una media punti spaventosa. L’ex tecnico della Reggina ha compiuto un capolavoro, ha dato vita ad un progetto ambizioso ed è stato protagonista assoluto di una cavalcata che rimarrà per sempre nella storia di questa maglia.
Lui aveva già festeggiato una promozione con il Lecce da giocatore ma adesso è l’unico a poter fregiarsi di aver compiuto una scalata dalla cadetteria alla massima serie sia da calciatore che da allenatore. Non sappiamo ancora se sarà lui a guidare il club salentino in Serie A, ma in ogni caso Baroni sarà per sempre il tecnico della rinascita giallorossa dopo due anni di delusioni profonde e di tanti gol subiti.
EQUILIBRIO
Lo abbiamo chiesto tante volte ma ci siamo accorti che questa piazza difetta proprio di questo. Qui non si ha la pazienza di aspettare, soprattutto quando si parla di Lecce. Se si vince allora si è i più forti, mentre anche un solo pareggio viene visto come un risultato insopportabile. La squadra quest’anno ha vissuto una stagione incredibile, con sole 5 sconfitte e ben 19 vittorie, che rappresentano la metà delle partite disputate.
Anche per quanto riguarda i gol subiti la situazione è finalmente cambiata. Quella del Lecce è stata la difesa meno battuta del torneo e questo ci è sembrato un traguardo incredibile, anche perché nelle ultime due stagioni le tante reti incassate avevano condizionato l’obiettivo finale.
GRUPPO
Quando si vince è tutto bello, un po' come quando muore qualcuno e tutti dicono quanto fosse bravo, buono e gentile. Noi, però, cerchiamo sempre di raccontarvi la verità e, da quello che abbiamo potuto vedere, ci siamo accorti che questo gruppo di giocatori è stato davvero unito, dall’inizio alla fine. Certo, come in ogni squadra, non tutti uscivano insieme o si potevano definire amici, ma certamente tutti hanno remato nella stessa direzione per il bene del gruppo. Lucioni è stato il capitano di questa formazione, una sorta di padre per i più giovani e di guida per i più esperti. Il Lecce di quest’anno, In ogni caso, ha tanti leader al suo interno, ragazzi che hanno provato a dare una mano in campo e fuori, senza mai mettere i loro interessi al primo posto.
TANTI GIOVANI, POCHI PRESTITI
Tante volte abbiamo esaltato questo aspetto ed oggi lo vogliamo fare ancora una volta. Il Lecce ha schierato spesso tanti giocatori giovanissimi in campo, puntando su di loro senza aver paura di perdere punti per questo. Gendrey, Gallo, Helgason, Hjulmand, Rodriguez e Bjorkengren, tutti ragazzi di proprietà, calciatori dal futuro assicurato che si sono resi protagonisti, chi più e chi meno, di un’ottima stagione, maturando in un campionato difficile e conquistando la massima serie. Il Lecce vuole ripartire da loro, senza disperdere tutto il lavoro fatto fino ad ora.
Alcuni di questi calciatori rappresentano plusvalenze importanti per il futuro. Hjulmand è stato pagato una cifra irrisoria per i numeri che girano nel mondo del calcio ed ora vale già parecchio, sebbene un’altra stagione in giallorosso potrebbe solo fargli bene. In questo calderone di giovani talenti non abbiamo citato Strefezza, dato che il brasliano ha già 25 anni ed è nel pieno della maturità. Lui anche, però, rappresenta un patrimonio importante per la società, visto che è stato pagato appena 600 mila euro ed adesso vale almeno 10 volte tanto.
Olivieri, poi trasferitosi al Perugia a gennaio, Plizzari, Barreca e Faragò. Sono stati questi gli unici prestiti del Lecce in questa stagione. La linea della società è stata chiara fin da subito e mentre da altre parti adesso si dovranno fare i conti con le squadre titolari dei cartellini dei giocatori di maggior qualità, qui nel Salento possiamo costruire la squadra del futuro partendo proprio dalla nostra meglio gioventù.
MODULO
4-3-3. Lo scorso anno i giallorossi hanno iniziato così, ma poi si sono accorti che i giocatori a disposizione non erano adatti a questo modulo. In questa stagione, invece, con l’arrivo di Baroni si è subito lavorato a questo sistema di gioco, acquistando i giocatori adatti al 4-3-3. Strefezza e Di Mariano hanno illuminato la scena, ma tutta la squadra ha saputo calarsi e comprendere le idee del mister, che ha lavorato sodo per trasferire ai giocatori il suo credo calcistico.
La difesa ha sofferto poco, il centrocampo ha lavorato parecchio, con una mezz’ala che aveva il compito di rompere il gioco avversario e l’altra di inserirsi per fare male, e l’attacco è sempre stato prolifico, anche perché Coda ha vinto per la seconda volta il titolo di capocannoniere, mentre Strefezza ha segnato come non mai nella sua carriera. Adesso anche in Serie A si proverà a giocare in questo modo, cercando giocatori che abbiano le caratteristiche giuste per interpretarlo al meglio.
GESTIONE DEI MOMENTI DIFFICILI
Ricordate le prime due partite contro Cremonese e Como? Bene, noi ricordiamo anche le critiche ed i commenti dopo la seconda sfida di campionato pareggiata in casa contro i lariani. Il clima era incandescente e c’era già chi chiedeva la testa di Baroni, dopo appena due gare. Poi, tutto questo, si è ripetuto in altre occasioni durante la stagione, fino ai quattro pareggi di marzo contro Brescia, Perugia, Cosenza e Parma.
Società ed allenatore hanno gestito al meglio la situazione, rilasciando poche dichiarazioni, lavorando parecchio ed isolando la squadra. Noi, dal canto nostro, abbiamo provato sempre a muovere critiche costruttive, senza mai puntare il dito contro nessuno ma soltanto facendo presente ciò che, a parer nostro, non andava.
I numeri, però, parlano chiaro e non mentono quasi mai. Il Lecce ha saputo uscire alla grande da ogni momento complicato ed ha risposto sul campo alle poche sconfitte subite, vincendo la partita successiva e dimostrando di essere superiore a tutte le altre formazioni.
TIFOSI
Abbiamo lanciato qualche frecciatina qua e là, consapevoli che tanto chi critica, giusto per rappresentare il bastian contrario della situazione, lo continuerà a fare già fra qualche giorno, magari non soddisfatto dalle decisione che la società si appresterà a prendere.
Per fortuna, però, questa categoria di tifosi rappresenta la minoranza ed il Salento ha tanti appassionati di questa squadra, gente che dimostra con fatti e chilometri percorsi l’attaccamento alla maglia.
Siamo certi che la risposta alla prossima campagna abbonamenti sarà strabiliante come lo è stata tre stagioni fa nell’ultimo anno di A e siamo sicuri che Lecce ed il Salento proveranno a spingere questa squadra anche nel massimo campionato italiano.
In Serie B i tifosi giallorossi sono fuori categoria. Hanno battuto tutti i record, sono stati i più presenti in casa ed in trasferta ed hanno accompagnato i ragazzi in ogni luogo.
CONCLUSIONE
Chiudiamo questa nostra lunga analisi con una certezza ed una speranza. La prima riguarda la nostra società. Siamo certi che farà di tutto per evitare che il Lecce riprenda l’ascensore per la Serie B nella prossima stagione. Il primo anno sarà molto complicato, ma salvarsi rappresenterebbe uno step di crescita fondamentale per le ambizioni di tutta la compagine societaria. La speranza, invece, è quella di leggere e sentire meno cattiverie nei confronti di chi prova dare lustro al nostro territorio. Non è scontato, non è facile, ma alla fine le promozioni e le vittorie arrivano se tutto l’ambiente è compatto. Adesso ci aspettano i giganti del calcio nazionale, mettiamo da parte le antipatie personali ed andiamo a giocarci il campionato più bello del mondo.