Facciamo crescere questo progetto, tanto "la classifica si aggiusta"
É diventato tutto terribilmente complicato, ma Eugenio Corini ha il dovere di provarci fino alla fine. Si, perché se nel girone d'andata si è viaggiato alla velocità di 1,57 punti a partita, in quello di ritorno ci sia aspettava un netto miglioramento, soprattutto alla luce del periodo negativo attraversato a Dicembre quando tutto sembrava essere assurdo.
Oggi, con la media di 1,42 punti a partita, il rischio di ritrovarsi addirittura fuori dalla zona playoff esiste. Magari è remoto, ma esiste. Eppure le premesse sembravano essere più che positive, i bookmakers e gli addetti ai lavori assegnavano al Lecce lo scettro della squadra da battere, assieme a qualche altra formazione tipo il Monza, e gli stessi tifosi si dicevano entusiasti. Col passare del tempo ci si è accorti che si è sbagliata valutazione, che in fondo le cose non erano poi così belle da vedere e che Corini in realtà non è in grado di offrire alla piazza il calcio champagne che ci si aspettava.
Poi un tonfo. Un rumore sordo. Come le orecchie di chi non vuol sentire. Il Lecce di inizio stagione aveva tra i titolari giocatori come Dermaku e Calderoni in difesa, due che avrebbero contribuito nettamente a migliorare una fase difensiva messa sempre più spesso sotto la luce dei riflettori.
In mezzo al campo, assieme ai migliori Tachtisidis e Mancosu, quest'anno in versione fratelli sconosciuti anche ai loro familiari, ci sarebbero dovuti essere Listkowski e Zan Majer al posto del suo ologramma. Dell'attacco nemmeno voglio parlare, perché Coda avrebbe dovuto fare il centravanti con l'appoggio di Pippo Falco e invece si riduce a fare la seconda punta per ovviare ad un discorso di reparti scollegati. Poi ce la prendiamo con lui se è lontano dalla porta e non segna con maggiore regolarità.
É sotto gli occhi di tutti che Corini abbia dovuto fare l'abitudine alla perpetua assenza di Dermaku, Calderoni, Listkowski e ora anche Adjapong per tutta la stagione. Cioè elementi che sarebbero dovuti essere titolari. Sulla situazione infortuni si dovrebbe aprire una trasmissione tv e non un semplice dibattito, perché questi sono casi da Mistero, quel format lanciato anni fa da Italia 1 con Bossari che si chiede con Adam Kadmon il perché di talune assurdità.
Al loro posto ci giocano Antonino Gallo, grande talento, ma fino ad un mese fa terza scelta dietro Zuta e oltretutto sulla lista dei partenti, Bjorkengren, Rodriguez e Hjulmand che nell'immaginario della Società avrebbero dovuto fare un ingresso graduale, quasi come un parto in acqua, con l'acqua a 36 gradi per non traumatizzare l'ingresso al Mondo delle povere animelle.
Poi c'è stato di mezzo il Covid che per oltre un mese ha messo ko l'allenatore. Per carità, per qualcuno non è un esimente, ma poi vai a vedere per chi e scopri che è lo stesso che vuole un giro palla veloce o il bel gioco. E poi gli chiedi che cosa intende per giro palla veloce e bel gioco e balbetta come un pandino fermo per strada a -3 per tutta la notte e che deve essere messo in moto.
Chiaro che contro l'Entella si doveva vincere. Questo lo sa pure Corini che, a differenza di chi si è preso il tesserino d'allenatore con l'esperienza trentennale da tifoso, magari avvalorato da altrettanti anni di trasferte, ha tenuto in considerazione anche l'esistenza degli avversari. Eh. Esistono purtroppo. E a volte si impegnano pure.
Ora cosa c'è da fare?
Sembrerebbe essere tutto perso. In realtà non lo è. Intanto perché c'è una crescita esponenziale del progetto tecnico. I giovani ci sono, hanno qualità, le riescono a mettere in campo. Poi la classifica. Quella "si aggiusta". D'altra parte davanti non è che corrano così tanto. Basterebbe infilare qualche risultato utile. Non è facile, ma ci proveranno. E se non dovesse essere così, pazienza.
Esonerare Corini, per prendere qualche santone che gioca con la cera d'api, non è certamente la soluzione ideale per mettere in piedi un progetto sano. Serve più equilibrio nel valutare le situazioni e meno frenesia. "Serie A, Serie C, siamo sempre qui" e poi si parla peggio delle comari. Con tutto il rispetto per chi da 30 anni fa la comare ed ha una certa esperienza...
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